I miei giorni a Parigi

I miei giorni a Parigi

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Libera, follemente libera, vuole essere Banine, e ora può esserlo: arrivata su un treno sferragliante nella Parigi delle mille luci con in testa il çarşaf, il mezzo velo indossato dalle donne turche, e un tailleur all’ultima moda solo nelle strade di Tashkent, ora può finalmente essere tutto ciò che vuole. Dopo anni di matrimonio forzato, contratto quando era quindicenne, e di esilio nel Caucaso, Banine nella capitale francese ricomincia a vivere: può tagliarsi i capelli, tagliare l’orlo della gonna, stare fuori fino a tarda notte nella girandola dei caffè e dei locali. La giovane guarda la città con gli occhi di un’innamorata, eppure non tutto nella sua vita è altrettanto entusiasmante: la ricchezza di famiglia si va assottigliando, e questo la costringe a impiegarsi come mannequin, nonostante i fianchi generosi e le «rotondità mal posizionate». Ma ogni difficoltà, ogni difetto viene ripagato da Parigi, che negli anni Venti è davvero una città sfavillante, resa viva da esuli cosmopoliti che si ritrovano in questa festa perenne. Così Banine diventa amica di intellettuali e artisti, incontra l’oppio, si scontra con la propria religione, affronta il faticoso lavoro di scoprire, giorno per giorno, fra disperazione e ironia, la propria identità. E, non da ultimo, l’amore. Dolceamaro romanzo di formazione di una fenomenale ragazza del Novecento, ritratto di un’artista da giovane, I miei giorni a Parigi riconferma il talento di una scrittrice di razza, «una voce così vivida che sembra impossibile sia stata dimenticata» (Evening Standard).

Sognatori del mondo intero, mi rivolgo in particolare a voi, voi che dei sogni conoscete virtù e veleni. Nei primi giorni della mia vita parigina, per me era tutto lì. Tutto era bello, giovane, interessante, divertente, pieno di promesse.

«In parte memoir, in parte storia culturale, I miei giorni a Parigi è allo stesso tempo spietato e magnifico». Financial Times

«Con una penna spontanea e arguta, Banine racconta come ha scoperto che la vita può essere più romanzesca di qualsiasi romanzo». ABC

«Con la sua scrittura levigata, lirica e bellissima anche nei momenti di massima disperazione o felicità, Banine – all’angolo e sulla scena, inibita e valchiria, musulmana, azera e francese – osserva Parigi. Non le stacchiamo gli occhi di dosso, innamorati». dalla Prefazione di Valentina Maini

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Sobre el autor

Banine

Banine, pseudonimo di Umm-El-Banine Assadoulaeff, nacque a Baku nel 1905. Dopo la Rivoluzione russa e la successiva caduta della Repubblica Democratica dell’Azerbaigian, Banine fu costretta a fuggire dalla sua terra natale, prima a Istanbul e poi a Parigi. A Parigi conobbe e frequentò Nikos Kazantzakis, André Malraux, Ivan Bunin e Teffi. I miei giorni nel Caucaso (Neri Pozza 2020) è stato pubblicato per la prima volta nel 1945, ottenendo un grande successo di pubblico e critica. I miei giorni a Parigi è uscito in Francia nel 1947, e prosegue da dove il primo volume si era interrotto.

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