Impegnato da una parte in un’opposizione netta a Silvio Berlusconi e al suo governo, dall’altra in una competizione dura con Walter Veltroni e il Partito democratico, Antonio Di Pietro occupa la scena politica e mediatica, continua ad aumentare i suoi consensi nel Paese e a provocare polemiche infuocate. In questo libro, per la prima volta, sollecitato, pungolato, persino provocato da Gianni Barbacetto, Di Pietro parla di sé e delle sue battaglie. Racconta con particolari inediti il suo passato di magistrato, l’inchiesta Mani pulite, le dispute mai sopite nel Paese sulla giustizia e sui rapporti tra politica e magistratura. Ripercorre gli anni degli attacchi subìti, dei dossieraggi, delle accuse, dei processi e delle assoluzioni. Risponde alle accuse e alle critiche che i suoi avversari gli rivolgono da anni. Ma racconta anche il suo presente di politico, la costruzione di un partito nuovo, post-ideologico, che sia – dice – un «partito del fare». Ha il culto delle manette? È un uomo di destra? Ha tramato per distruggere i partiti della prima Repubblica? Ha salvato gli eredi del Pci? Ha l’ossessione di Berlusconi? Ha costruito, come quest’ultimo, un partito personale e monocratico? Come vede l’Italia del presente e del futuro? In queste pagine, Di Pietro ricorda, ricostruisce, risponde.
Detalles de eBook
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Editor
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Idioma
Italian -
Fecha de publicación
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Contador de páginas
209 -
Colección
Sobre el autor
Antonio Di Pietro
Nato a Montenero di Bisaccia (Campobasso) nel 1959, Antonio Di Pietro è entrato in magistratura nel 1981 e l'ha lasciata nel 1994 dopo essere stato fra i protagonisti dell'inchiesta Mani Pulite. Nel 2000 ha fondato l'Italia dei Valori, di cui è presidente. Due volte ministro con Prodi, già senatore e parlamentare europeo, è oggi deputato della Repubblica. Ha pubblicato per Ponte alle Grazie Il guastafeste (2008) e Ad ogni costo (2010).
Gianni Barbacetto
Gianni Barbacetto è giornalista e scrittore. Ha lavorato nelle redazioni dei settimanali «Il Mondo», «L’Europeo », «Diario», ed è oggi una delle principali firme de «il Fatto Quotidiano».