La filosofia indiana

La filosofia indiana

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L'antica storia del pensiero indiano

Lo scopo unico dei pensatori indiani è la realjzzazione di sé: la logica può costituire una via alla liberazione, al pari dello studio della natura o di qualsiasi altra scienza. Il medesimo principio viene scandito in molte varianti, a partire dagli antichi documenti religioso-speculativi, i Veda e le Upanishad, sino alle produzioni più evolute delle scuole bràhmaniche, e riecheggia persino nelle correnti cultuali «eterodosse»: Il buddhismo e il giainismo. A differenza del pensiero occidentale, una preoccupazione pratica è sempre riscontrabile nelle dottrine indiane. Si ha un grande rispetto per il dubbio, lo spirit critico e la disposizione individuale alla ricerca. La conoscenza è frutto dell'intuizione. L'uomo ricerca il vero dentro di sé, non in una dottrina altrui. Solo cosi potrà risvegliarsi e troncare il vincolo che lo lega al ciclo della reincarnazione, recuperando la sua autenticità in una dimensione senza tempo.


Leonardo Vittorio Arena
insegna Teoria e storia della storiografia presso la Facoltà di lettere dell'Università di Urbino. I suoi interessi si rivolgono alle logiche extraeuropee, nell'auspicata sintesi della filosofia occidentale e orientale. Tra le sue numerose pubblicazioni: Storia del Buddhismo Ch'an, Il canto del derviscio, Antologia del Buddhismo Ch'an, I maestri, Il Nyàya Sùtra, Haiku, Diario Zen, Nietzsche e il nonsense, Realtà e linguaggio dell'inconscio.

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