Un'economia per stare bene
Dalla pandemia del Coronavirus alla salute delle persone e dell’ambiente
Lorenzo Fioramonti
“Fioramonti fa parte di una nuova
generazione di studiosi senza pregiudizi,
così ha capito che l’economia
non esiste senza la società, la natura e la politica.
L’economia pura è un’illusione tecnocratica.”
Jean-Paul Fitoussi
“Cresciuto nell’estrema periferia romana,
ho dovuto lasciare l’Italia per realizzare
i miei progetti di ricerca. Ma ora basta:
i giovani sono la nostra più importante risorsa,
non possiamo più tollerare che siano costretti
ad andarsene per costruirsi un futuro.”
Lorenzo Fioramonti
La testimonianza
di un politico fuori dal coro,
che ha posto la scuola e la ricerca
al centro del suo impegno civile
La vera sfida dell’epoca contemporanea è governare gli effetti delle crisi ambientali e sanitarie. Da oltre un decennio l’ex ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Lorenzo Fioramonti lavora a un modello di “economia per stare bene”, la wellbeing economy, che pone al centro la qualità della vita delle persone e degli ecosistemi: i due aspetti infatti sono interconnessi e costituiscono la base di qualunque prospettiva di progresso umano.
Fioramonti indica diverse strade da percorrere. A cominciare dalla scuola, cenerentola di tutti i governi italiani, e ora, in seguito alla pandemia, ancora più fragile, mentre invece dovrebbe essere la protagonista principale della ripartenza. Senza istruzione adeguata non c’è futuro. Parola di un ministro che, per assicurare maggiori fondi alla formazione e alla ricerca, ha proposto un “fisco intelligente”, capace di incoraggiare consumi positivi per la salute e per l’ambiente e tassare quelli nocivi.
L’era del Pil è finita. Serve un nuovo modello di crescita, che non produca i disastri sociali e ambientali degli ultimi decenni. Servono governi più innovativi, che abbiano il coraggio di sperimentare politiche economiche basate sulla sostenibilità. E imprese capaci di creare non solo profitto, ma anche benessere sociale e ambientale. Abbiamo gli strumenti e le tecnologie per rilanciare il paese e, con esso, il resto d’Europa. Ci vuole la volontà di farlo. Siamo noi a governare l’economia, non il contrario.
generazione di studiosi senza pregiudizi,
così ha capito che l’economia
non esiste senza la società, la natura e la politica.
L’economia pura è un’illusione tecnocratica.”
Jean-Paul Fitoussi
“Cresciuto nell’estrema periferia romana,
ho dovuto lasciare l’Italia per realizzare
i miei progetti di ricerca. Ma ora basta:
i giovani sono la nostra più importante risorsa,
non possiamo più tollerare che siano costretti
ad andarsene per costruirsi un futuro.”
Lorenzo Fioramonti
La testimonianza
di un politico fuori dal coro,
che ha posto la scuola e la ricerca
al centro del suo impegno civile
La vera sfida dell’epoca contemporanea è governare gli effetti delle crisi ambientali e sanitarie. Da oltre un decennio l’ex ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Lorenzo Fioramonti lavora a un modello di “economia per stare bene”, la wellbeing economy, che pone al centro la qualità della vita delle persone e degli ecosistemi: i due aspetti infatti sono interconnessi e costituiscono la base di qualunque prospettiva di progresso umano.
Fioramonti indica diverse strade da percorrere. A cominciare dalla scuola, cenerentola di tutti i governi italiani, e ora, in seguito alla pandemia, ancora più fragile, mentre invece dovrebbe essere la protagonista principale della ripartenza. Senza istruzione adeguata non c’è futuro. Parola di un ministro che, per assicurare maggiori fondi alla formazione e alla ricerca, ha proposto un “fisco intelligente”, capace di incoraggiare consumi positivi per la salute e per l’ambiente e tassare quelli nocivi.
L’era del Pil è finita. Serve un nuovo modello di crescita, che non produca i disastri sociali e ambientali degli ultimi decenni. Servono governi più innovativi, che abbiano il coraggio di sperimentare politiche economiche basate sulla sostenibilità. E imprese capaci di creare non solo profitto, ma anche benessere sociale e ambientale. Abbiamo gli strumenti e le tecnologie per rilanciare il paese e, con esso, il resto d’Europa. Ci vuole la volontà di farlo. Siamo noi a governare l’economia, non il contrario.
Detalles de eBook
-
Editor
-
Idioma
Italian -
Fecha de publicación
-
Contador de páginas
160 -
Colección
Sobre el autor
Lorenzo Fioramonti
Lorenzo Fioramonti è professore ordinario di Economia politica all’Università di Pretoria in Sudafrica, senior policy advisor presso l’Ecologic Institute in Germania e associato all’Università delle Nazioni Unite. Le sue idee economiche hanno influenzato le politiche di molti governi, tra cui la Scozia, il Galles, la Nuova Zelanda e l’Islanda, che hanno costituito l’Alleanza delle economie del benessere (WEGo). È autore di diversi volumi, tra cui Il mondo dopo il Pil (Edizioni Ambiente 2019). Suoi articoli sono apparsi sul “Guardian”, il “Financial Times” e il “New York Times”.
È stato eletto alla Camera dei deputati nel 2018 ed è stato nominato viceministro all’Istruzione, Università e Ricerca nel primo governo Conte. Nel settembre del 2019 è diventato ministro dello stesso dicastero nel secondo governo Conte. Il settimanale tedesco “Stern” lo ha definito “un esempio” per tutti i ministri dell’Istruzione del mondo, per aver adottato lo sviluppo sostenibile e i cambiamenti climatici come materia di studio obbligatoria.
In polemica con il governo per il sottofinanziamento della scuola e della ricerca, ha rassegnato le dimissioni alla fine del 2019, ma non ha smesso di lottare per questa causa. Durante la fase acuta della pandemia di coronavirus, si è fatto portavoce di proposte innovative sulla diffusione dello smart working, la tutela delle famiglie più svantaggiate e la transizione ecologica dell’economia.
È stato eletto alla Camera dei deputati nel 2018 ed è stato nominato viceministro all’Istruzione, Università e Ricerca nel primo governo Conte. Nel settembre del 2019 è diventato ministro dello stesso dicastero nel secondo governo Conte. Il settimanale tedesco “Stern” lo ha definito “un esempio” per tutti i ministri dell’Istruzione del mondo, per aver adottato lo sviluppo sostenibile e i cambiamenti climatici come materia di studio obbligatoria.
In polemica con il governo per il sottofinanziamento della scuola e della ricerca, ha rassegnato le dimissioni alla fine del 2019, ma non ha smesso di lottare per questa causa. Durante la fase acuta della pandemia di coronavirus, si è fatto portavoce di proposte innovative sulla diffusione dello smart working, la tutela delle famiglie più svantaggiate e la transizione ecologica dell’economia.