Nuova edizione aggiornata 2015
«Addentrarsi in queste pagine stupende è come abbeverarsi alla fonte radiosa della convivenza umana.»
Enzo Bianchi, «ttL-La Stampa»
«La vita genera la vita, senza fine»: recita così l’antichissima massima cinese che François Cheng ha calligrafato in copertina. In quei caratteri che «tuonano come colpi di cembalo» una sapienza plurimillenaria ci trasmette intatto il senso del nostro essere qui e ora. Noi viventi ci aggiriamo nell’indissolubile reame di vita e morte, ma l’unico modo per dire pienamente sì alla vita è lasciare che la morte si riveli come la nostra dimensione più segreta e personale, il nostro bene più prezioso. Ecco perché – ci esorta Cheng nella nuova edizione di questo libro – dobbiamo disporci a «integrare la morte nella nostra visione». Con un rovesciamento prospettico che toglie ogni cupezza e temibilità al mistero dei misteri, Cheng fa traboccare di vita le grandi questioni religiose, metafisiche e morali, dal creato alla bellezza alla presenza del male. Gli basta sfiorare le tradizioni di Oriente e Occidente, cedendo spesso la parola ai poeti e in ultimo – quasi un canto mormorato – a se stesso, al proprio pensiero poetante. Nessuna magniloquenza viene a turbare la sua maniera affabile di intrattenere degli amici. Nel tono di Cheng, lontano migrante cinese diventato accademico di Francia, riconosciamo l’universale vitalità dell’appello francescano a «nostra sorella morte».
«Addentrarsi in queste pagine stupende è come abbeverarsi alla fonte radiosa della convivenza umana.»
Enzo Bianchi, «ttL-La Stampa»
«La vita genera la vita, senza fine»: recita così l’antichissima massima cinese che François Cheng ha calligrafato in copertina. In quei caratteri che «tuonano come colpi di cembalo» una sapienza plurimillenaria ci trasmette intatto il senso del nostro essere qui e ora. Noi viventi ci aggiriamo nell’indissolubile reame di vita e morte, ma l’unico modo per dire pienamente sì alla vita è lasciare che la morte si riveli come la nostra dimensione più segreta e personale, il nostro bene più prezioso. Ecco perché – ci esorta Cheng nella nuova edizione di questo libro – dobbiamo disporci a «integrare la morte nella nostra visione». Con un rovesciamento prospettico che toglie ogni cupezza e temibilità al mistero dei misteri, Cheng fa traboccare di vita le grandi questioni religiose, metafisiche e morali, dal creato alla bellezza alla presenza del male. Gli basta sfiorare le tradizioni di Oriente e Occidente, cedendo spesso la parola ai poeti e in ultimo – quasi un canto mormorato – a se stesso, al proprio pensiero poetante. Nessuna magniloquenza viene a turbare la sua maniera affabile di intrattenere degli amici. Nel tono di Cheng, lontano migrante cinese diventato accademico di Francia, riconosciamo l’universale vitalità dell’appello francescano a «nostra sorella morte».
Détails du livre
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Éditeur
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Langue
Italien -
Langue d'origine
Anglais -
Date de publication
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Nombre de pages
125 -
Collection
À propos de l'auteur
François Cheng
François Cheng, nato in Cina nel 1929, vive in Francia dal 1949 e dal 1977 ha adottato la lingua francese per i suoi scritti. Figura poliedrica di poeta, saggista, romanziere, docente, calligrafo e traduttore (ha tradotto in cinese i surrealisti, Baudelaire, Rimbaud, Char), è stato il primo asiatico a essere eletto all’Académie Française (2002). Tra i suoi libri: le raccolte poetiche De l’arbre et du rocher (1989) e Cantos toscans (1999); i saggi Entre source et nuage (1990), Et le souffle devient signe. Ma quête du vrai et du beau par la calligraphie (2001) e Œil ouvert et coeur battant. Comment envisager la beauté? (2011); i romanzi L’éternité n’est pas de trop (2002) e Quand reviennent les âmes errantes (2012). Ha ripercorso la sua vita e il suo pensiero negli Entretiens avec Françoise Siri, suivis de Douze poèmes inédits (2015). In traduzione italiana: Nell’eterno, l’amore (2005), Il dialogo (2003) e Shitao 1642-1707. Il sapore del mondo (1999). Presso Bollati Boringhieri ha pubblicato Cinque meditazioni sulla bellezza (2007), Cinque meditazioni sulla morte ovvero sulla vita (2014, n. ed. riveduta 2015), Assisi. Un incontro inaspettato. Con il «Cantico delle creature» di san Francesco (2015) e L'anima. Sette lettere a un'amica (2018).