Muovendo da un’indagine sistematica sui canoni e i principi d’autorita classico-rinascimentali – la prospettiva, le proporzioni, l’idea – Panofsky ripercorre qui la vicenda delle diverse risposte date all’eterna questione del rapporto tra soggetto
e oggetto dell’opera d’arte. Sulla scorta di un imponente apparato documentario, egli mostra come l’iconoclastia platonica lasci il posto alla valorizzazione medievale dell’immagine quale specchio della Bellezza divina, e come il Rinascimento colmi la frattura tra realta e invenzione con regole di composizione e prospettiva. Tra Manierismo e Classicismo, poi, torna a imporsi l’individualita dell’artista, che infonde nella propria creazione quell’Idea destinata a dare ordine e senso a un mondo oggettivo di per se privo di armonia: il suo intervento "purifica" la natura distillandola in opera. Secondo la formula di Panofsky, "l’arte ha sempre avuto il valore di una sorta di ponte gettato sull’abisso che separa la realta dall’Idea".
e oggetto dell’opera d’arte. Sulla scorta di un imponente apparato documentario, egli mostra come l’iconoclastia platonica lasci il posto alla valorizzazione medievale dell’immagine quale specchio della Bellezza divina, e come il Rinascimento colmi la frattura tra realta e invenzione con regole di composizione e prospettiva. Tra Manierismo e Classicismo, poi, torna a imporsi l’individualita dell’artista, che infonde nella propria creazione quell’Idea destinata a dare ordine e senso a un mondo oggettivo di per se privo di armonia: il suo intervento "purifica" la natura distillandola in opera. Secondo la formula di Panofsky, "l’arte ha sempre avuto il valore di una sorta di ponte gettato sull’abisso che separa la realta dall’Idea".
Détails du livre
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Éditeur
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Langue
Italien -
Date de publication
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Nombre de pages
224 -
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À propos de l'auteur
Erwin Panofsky
Erwin Panofsky (1892-1968) insegnò storia dell’arte ad Amburgo e dal 1933 a Princeton. Si interessò soprattutto a problemi di metodologia e di estetica, per i quali fu fondamentale il suo rapporto ad Amburgo con l’Istituto Warburg e il filosofo neokantiano Ernst Cassirer. Utilizzando gli strumenti dell’iconologia – metodo di cui divenne il principale esponente – affermò il carattere necessariamente «significativo» delle forme artistiche e il loro legame con tutti i fatti culturali e i contenuti spirituali di un’epoca. Tutte le sue opere principali sono disponibili in italiano: La prospettiva come «forma simbolica» (1927); Studi di iconologia (1939); con R. Klibansky e F. Saxl Saturno e la melanconia (1943); Il significato nelle arti visive (1955); Rinascimento e rinascenze nell’arte occidentale (1956).