Cosa faremmo se un tablet ci permettesse di monitorare attraverso uno schermo ogni minima azione di nostro figlio, ventiquattr'ore su ventiquattro? Come ci comporteremmo se ci venisse offerta la possibilità di ricreare in carne e software l'amore della nostra vita morto prematuramente? Gli interrogativi sollevati dalla serie ideata da Charlie Brooker ci fanno tremare, ma più inquietante è forse il fatto che Black Mirror, promossa su Netflix come un racconto di fantascienza, ci spaventi più per lo sguardo rivelatore sul nostro presente che per la sua capacità di presagire il futuro. Io non sono qui scrive Fabio Chiusi, uno dei giornalisti italiani più attenti al contemporaneo, che come risvegliatosi da un incubo ripercorre la via tracciata da Charlie Brooker e ne prosegue idealmente il viaggio, provando a spiegarci chi siamo e chi stiamo diventando, e quanto profondamente ci stiano cambiando le tecnologie di cui facciamo quotidianamente uso. Un viaggio in un mondo in cui i confini fra virtuale e reale tendono a sovrapporsi. Un viaggio nel quale Fabio Chiusi attinge alle più svariate fonti della contemporaneità, ritrovandosi quasi naturalmente a parlare di vita, sentimenti ed emozioni ancor più che di algoritmi, programmazione e realtà aumentata. Perché la prima grande risposta alle domande a cui Black Mirror ci mette davanti è che i problemi tecnologici sono, prima di qualsiasi altra cosa, problemi umani.
Détails du livre
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Éditeur
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Langue
Italien -
Date de publication
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Nombre de pages
272
À propos de l'auteur
Fabio Chiusi
Fabio Chiusi è giornalista, ricercatore e autore di saggi su culture e politiche del digitale. Dopo una laurea in Economia, una in Filosofia e un master in Filosofia della scienza alla London School of Economics, ha scritto per L’Espresso , La Repubblica , La Lettura , Wired e Valigia Blu. Fellow del Centro Nexa su Internet e Società del Politecnico di Torino, ha coordinato PuntoZero, un progetto di ricerca sulle conseguenze dell’innovazione per il policy-making. Ora è responsabile delle politiche digitali del Questore della Camera dei Deputati, On. Federico D’Incà.