La clinica psicoanalitica dell’atto

La clinica psicoanalitica dell’atto

Il volume raccoglie gli interventi inediti che i singoli relatori hanno tenuto presso il Dipartimento Clinico “G. Lemoine” di Milano e di Ancona nel corso dell’anno accademico 2022, attorno al tema della Clinica psicoanalitica dell’atto declinata nelle nevrosi e nelle psicosi. Per Lacan c’è dell’irrappresentabile nella struttura: non tutto è riconducibile al senso, non tutto è scrivibile. La barra della castrazione tocca la struttura in quanto cade sul Soggetto e anche sull’Altro. Questo sta a dire che non c’è un senso che possa salvare o emendare l’irrimediabile contingenza dell’esistenza. Ecco l’orrore del nevrotico: incontrare la mancanza dell’Altro che non lo può salvare dalla morte, né può scrivere il rapporto sessuale. In questo volume la trattazione dell’atto nella Clinica psicoanalitica tocca il reale di due mancanze: quella dell’analizzante e quella dell’analista. Gli autori ci conducono nel vivo del carattere del desiderio dell’analista nella misura in cui è sempre messo alla prova del reale, quindi un atto senza garanzia di cui occorre che l’analista si assuma la responsabilità, nell’uno per uno delle cure che conduce. Allo stesso tempo, il testo ci offre una riflessione importante sull’esperienza analitica alla prova della contemporaneità. Ripensare al desiderio nella sua intenzionalità indica una via di trattamento dell’eccesso pulsionale: non una cancellazione o un freno ma la trasformazione in un’eccedenza che permetta a una vita un nuovo inizio. Al cuore del testo vi è un’interrogazione sulla postura etica dell’analista per aiutare a cambiare non i destini, bensì il quotidiano del destino. Non ciò che sarà sempre più in là, bensì ciò che Freud ci indicò quando vide nel Destino la complessa umanità della nevrosi.

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AA. VV.

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