All’inizio dell’età moderna la libertà umana è stata concepita come una facoltà illimitata, aperta al totalmente nuovo. Quest’idea, che ha contrassegnato la storia degli ultimi secoli, è entrata in rotta di collisione con alcune decisive esperienze degli ultimi decenni. Il saggio prende avvio dalle discussioni nate durante la pandemia, per poi risalire alle radici storiche e culturali della “libertà dei moderni”, di cui il sovranismo politico e il negazionismo ecologico sembrano le ultime propaggini. Uno spazio viene dedicato al modo in cui la libertà è stata declinata nella società americana, fino all’ascesa del presidente Trump; mentre, sul versante opposto, il tentativo di Marx di condurre la libertà umana oltre i confini dell’individualismo “borghese” viene visto come affetto, e inficiato, dalla stessa illusione antropocentrica che accomuna tutta la modernità. Al pensiero di Norberto Bobbio viene infine fatta risalire l’ipotesi (la speranza?) di un uso “mite” della libertà, basato su una sorta di endiadi tra libertà e giustizia. Il saggio si conclude con una riflessione sulla guerra, vista come l’esito a cui conduce, quasi fatalmente, il desiderio di una libertà senza limiti.
Détails du livre
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Éditeur
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Langue
Italien -
Date de publication
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Nombre de pages
190 -
Collection
À propos de l'auteur
Giovanni Polizzi
Giovanni Polizzi è nato a Reggio Calabria (1948) e si è laureato in Filosofia presso l’Università degli Studi di Messina nel 1971. Ha insegnato storia e filosofia presso il Liceo Classico G. Leopardi di Pordenone fino al 2013. Ha collaborato con la Società Filosofica Italiana (sezione Friuli-Venezia Giulia), con l’Istituto Gramsci Veneto e con l’Associazione culturale Norberto Bobbio di Pordenone.