La morte e il cavaliere del re

La morte e il cavaliere del re

Per ritrovare un’intensità paragonabile a quella del teatro di Wole Soyinka il lettore e lo spettatore occidentali devono fare un viaggio a ritroso nel tempo, dimenticare il teatro borghese, i suoi rovelli psicologici, la retorica del silenzio e la desolazione dei dialoghi interpersonali. Nel teatro di Soyinka non c’è dialogo interpersonale, psicologico, ma dialogo tra l’uomo e le forze che incarnano o adombrano il destino. Soyinka, da grande scrittore, traduce la realtà africana e yoruba della sua tradizione orale in una forma declinabile sul palcoscenico occidentale. Sempre che si guardi, come modelli supremi, all’occidente della Tempesta e del Dottor Faustus e non a quello di Cechov o Pirandello. Prescindere da tale tradizione è impossibile, a patto che si consideri che se Soyinka scrive è per fondare una tradizione scritta, proprio come fecero gli elisabettiani con i miti germanici o le novelle popolari italiane.
R. Mussapi

Détails du livre

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  • Texte original

    Oui
  • Langue

    Italien
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À propos de l'auteur

Wole Soyinka

È uno dei massimi autori africani della contemporaneità. Imprigionato in Nigeria negli anni ’60 a causa del suo impegno politico-civile, nel 1986 ha ricevuto il premio Nobel per la letteratura. A partire dagli anni ’70, Jaca Book ne pubblica per prima in Italia l’intera produzione narrativa, parte di quella teatrale e della memorialistica. Fra i suoi titoli ricordiamo: Gli interpreti (1976, 2017); La strada (1980, 1997, 2018); Stagione di anomia (1981, 2017); Aké. Gli anni dell’infanzia (1984, 2012); L’uomo è morto (1986, 2016); L’uomo è morto? Smurare la libertà (2018); Ode laica per Chibok e Leah (2019) e Il lungo cammino verso Mandelaland (2019); Il fantasma di Cassandra (2020).

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