«Una prosa scintillante, densa d'informazioni, ricca di humour.»
Il Venerdì - la Repubblica - Corrado Augias
Chi non ci va, la provi;
chi ci va, perseveri;
chi le vuole male cambi idea e
chi la ama si stringa a coorte per difenderla.
«Di tutte le seccature inventate dall’uomo, l’opera è la più costosa», diceva Molière. Ma per Alberto Mattioli questa geniale invenzione italiana è soprattutto una magnifica e folle ossessione. Ha assistito infatti a quasi 1.800 recite in tre continenti, decine di Paesi e centinaia di teatri; ovunque si alzi un sipario, per lui vale il viaggio perché l’opera lirica mantiene intatto il suo misterioso potere emozionale, la sua capacità di parlare al cuore e al cervello degli spettatori. Raccontando della sua inguaribile passione – o, a suo dire, malattia – l’autore descrive questo affascinante mondo non solo per chi all’opera ci va, ma anche per chi ci vorrebbe andare o ne è solo incuriosito: dai teatri italiani che hanno reso nazionalpopolare il melodramma, quando Rossini, Verdi e Puccini erano la colonna sonora della vita di molti, all’opera di oggi, fenomeno globale e multimediale. Mattioli ci mostra le ragioni di un amore irrazionale e sfrenato per uno spettacolo capace con i capolavori del passato di leggere il nostro presente e di continuare a farci piangere, ridere e riflettere. Perché finché c’è opera c’è speranza.
Il Venerdì - la Repubblica - Corrado Augias
Chi non ci va, la provi;
chi ci va, perseveri;
chi le vuole male cambi idea e
chi la ama si stringa a coorte per difenderla.
«Di tutte le seccature inventate dall’uomo, l’opera è la più costosa», diceva Molière. Ma per Alberto Mattioli questa geniale invenzione italiana è soprattutto una magnifica e folle ossessione. Ha assistito infatti a quasi 1.800 recite in tre continenti, decine di Paesi e centinaia di teatri; ovunque si alzi un sipario, per lui vale il viaggio perché l’opera lirica mantiene intatto il suo misterioso potere emozionale, la sua capacità di parlare al cuore e al cervello degli spettatori. Raccontando della sua inguaribile passione – o, a suo dire, malattia – l’autore descrive questo affascinante mondo non solo per chi all’opera ci va, ma anche per chi ci vorrebbe andare o ne è solo incuriosito: dai teatri italiani che hanno reso nazionalpopolare il melodramma, quando Rossini, Verdi e Puccini erano la colonna sonora della vita di molti, all’opera di oggi, fenomeno globale e multimediale. Mattioli ci mostra le ragioni di un amore irrazionale e sfrenato per uno spettacolo capace con i capolavori del passato di leggere il nostro presente e di continuare a farci piangere, ridere e riflettere. Perché finché c’è opera c’è speranza.
Détails du livre
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Éditeur
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Texte original
Oui -
Langue
Italien -
Langue d'origine
Italien -
Date de publication
-
Nombre de pages
228 -
Collection
À propos de l'auteur
Alberto Mattioli
Alberto Mattioli, giornalista professionista, scrive per «La Stampa», «Il Foglio», «Il Secolo XIX» e «Amadeus». Esperto di teatro musicale, ha scritto saggi o tenuto conferenze per molti teatri e festival italiani e internazionali. È Dramaturg del Festival Donizetti di Bergamo e ha scritto quattro libretti d'opera. Con Garzanti ha pubblicato Meno grigi più Verdi, Il gattolico praticante, Pazzo per l'opera, Un italiano a Parigi e, con Marco Ubezio, Elisabetta. La Regina infinita.
Foto © Francesco Rinaldi