Una camera oscura riflette il mondo, ma in maniera più debole e invertita. Allo stesso modo, la scienza a lungo ha visto la donna attraverso una lente distorta, focalizzata solo sulla sua capacità di riproduzione. Di conseguenza, esiste un grande divario di conoscenze quando si tratta di ciò che sappiamo sulla metà dei corpi del pianeta. Grazie a un accesso senza precedenti ai laboratori e alle ultime ricerche, la giornalista Rachel E. Gross accompagna i lettori in un viaggio scientifico destinato a sfatare molti miti relativi al corpo delle donne: un viaggio al centro di un mondo meraviglioso in cui l’utero ricresce da solo, le ovaie pompano uova fresche e il clitoride pulsa sotto la superficie come una scintillante piramide di nervi. Questo cambiamento di paradigma è reso possibile dalla crescente comprensione del fatto che il sesso e il genere non sono binari: tutti condividiamo la stessa pianta corporea universale e la stessa origine nell’utero. Ecco perché le conoscenze sul microbioma vaginale, sulle cellule staminali ovariche e sulla biologia delle mestruazioni non significano solo una migliore comprensione dei corpi femminili, ma anche di quelli maschili, non binari, transgender e intersessuali; in altre parole, di tutti i corpi. A tratti divertente, lirico, incisivo e scioccante, Vagina obscura è un viaggio dissacrante, capace di sfatare miti millenari, nonché una potente testimonianza di come il panorama della conoscenza umana possa essere riscritto per servire meglio tutti.
La scrittura scientifica al suo meglio: rivelatrice, ironica, logica, necessaria e incredibilmente difficile da ignorare.
ED YONG, VINCITORE DEL PREMIO PULITZER E AUTORE DI CONTENGO MOLTITUDINI
Détails du livre
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Éditeur
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Texte original
Oui -
Langue
Italien -
Date de publication
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Collection
À propos de l'auteur
Rachel E. Gross
Rachel E. Gross è una pluripremiata giornalista scientifi- ca di Brooklyn, New York. Già Knight Science Journalism Fellow e Digital Science Editor dello «Smithsonian Magazine», scrive per il «New York Times», «BBC Future» e «Scientific American».