Carlo Sgorlon
Carlo Sgorlon (Cassacco, 1930 – Udine, 2009) ha al suo attivo una trentina di romanzi e volumi di racconti, saggi e articoli. Tra le sue opere più celebri: Il trono di legno, L’armata dei fiumi perduti, Gli dèi torneranno e Il circolo Swedenborg. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti, come il premio Campiello (Il trono di legno e La conchiglia di Anataj), lo Strega (con L’armata dei fiumi perduti), il Napoli (con Il caldèras), il Flaiano internazionale (con La malga di Sîr), il Pen Club (con L’uomo di Praga) e lo Scanno (con Il velo di Maya). I suoi libri e racconti sono stati tradotti in undici lingue, compreso il cinese. Narratore sopraffino, epico e controcorrente, con l’insieme dei suoi scritti è riuscito a unire analisi puntuali e profetiche sulle trasformazioni economico-sociali moderne. Scevra da ogni retorica o tecnica vuota, la sua poetica è una sintesi equilibrata tra gusto per l’arcaico, valori e tradizioni della vita contadina (con un occhio di riguardo per i popoli diseredati e oppressi), ecologia, spiritualità, amore per la scienza e la ricerca.