Hassan Haji, secondogenito di sei figli, è nato sopra il ristorante di suo nonno, in Napean Sea Road a Bombay, vent’anni prima che fosse ribattezzata Mumbai. Ed è cresciuto guardando la figura esile di sua nonna che sfrecciava a piedi nudi sul pavimento di terra battuta della cucina, passava svelta le fettine di melanzana nella farina di ceci, dava uno scappellotto al cuoco, gli allungava un croccante di mandorle e rimproverava a gran voce la zia. Tutto nel giro di pochi secondi. E ha capito infine come va il mondo osservando suo padre, il grande Abbas, girare tutto il giorno per il suo locale a Bombay come un produttore di Bollywood, gridando ordini, mollando sberle sulla testa degli sciatti camerieri e accogliendo col sorriso sulle labbra gli ospiti. Naturale che quando l’intera famiglia Haji, i sei figli di età compresa tra i cinque e i diciannove anni, il grande Abbas, la nonna vedova, la zia e suo marito, lo zio Mayur, si trasferisce, dopo la tragica scomparsa della madre di Hassan, prima a Londra e poi a Lumière, nel cuore della Francia, sia proprio lui, Hassan, a prendere il posto della nonna Ammi ai fornelli della Maison Mumbai, il ristorante aperto a Villa Dufour dal grande Abbas. Un locale magnifico per gli Haji, con un’imponente insegna a grandi lettere dorate su uno sfondo verde Islam, e la musica tradizionale indostana che riecheggia dagli altoparlanti di fortuna che zio Mayur ha montato in giardino. Peccato che abbia di fronte, dall’altra parte della strada, un albergo a diverse stelle, Le Saule Pleureur, il salice piangente, con un’insegna che si muove impercettibilmente con il vento, il giardino roccioso coperto di muschio, le vecchie stalle dalle finestre con i vetri a piombo. Peccato poi che la proprietaria del locale, una certa Madame Mallory, sia andata a protestare dal sindaco, sostenendo che un albergo come Le Saule Pleureur, che vede ai fornelli lei, la vestale dell’arte culinaria francese, la chef degli chef apprezzata da gente come Valéry Giscard d’Estaing e il Barone de Rothschild, la gloria dell’establishment gastronomico francese proveniente da una delle più illustri e antiche famiglie di grandi hôteliers della Loira, premiata con ben due stelle dalla guida Michelin, non può avere dall’altro lato della via un bistrò indiano che spande la puzza di cibi unti per tutto il vicinato! Popolato di personaggi eccentrici, ricco di divertenti disavventure culturali, ambientazioni vivaci e squisite ricette, descritte con dovizia di particolari, Amore, cucina e curry svela le trame interne all’esclusivo mondo dell’haute cuisine francese e narra la storia toccante di un ragazzo indiano che si conquista il proprio posto nel mondo. Precedentemente apparso col titolo Madame Mallory e il piccolo chef indiano, il romanzo viene ora riproposto in una nuova edizione, in contemporanea con l'uscita del film omonimo diretto dal Premio Oscar di Chocolat.
«Un romanzo ricco di fascino, scritto in maniera brillante, sensuale ed evocativa». Joanne Harris, autrice di Chocolat
«Una storia di rivalità tra ristoranti, e di lotta per accaparrarsi le stelle Michelin, raccontata divinamente». Simon Beaufoy, vincitore del premio Oscar per la sceneggiatura di The Millionaire
Da questo romanzo il film AMORE, CUCINA E CURRYDettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Lingua originale
Inglese -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
239 -
Traduttore
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Argomento
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Collana
Sull'autore
Richard C. Morais
Richard C. Morais è l’editor di Barron’s Penta, uno dei più noti magazine di economia e finanza
americani. Americano cresciuto in Svizzera, a lungo corrispondente estero di Forbes, Morais vive
ora a New York. Amore, cucina e curry è il suo primo romanzo, seguito, nel 2013, da Buddhaland
Brooklyn, di prossima pubblicazione nelle nostre edizioni.