Nel museo di Kitaky¿sh¿ si trova uno strano ritratto dei coniugi Édouard e Suzanne Manet, realizzato da Edgar Degas nel 1868-69. Una grande porzione di tela, questa la bizzarria, è stata asportata con una lama, tranciando il viso e il corpo di Suzanne. Ancora più sorprendente, il responsabile dello sfregio fu lo stesso Manet, maestro e amico di Degas. Che cosa era successo? Forse non era soddisfatto del risultato? O forse le radici del gesto affondano in qualcosa di più profondo e torbido? La storia dell'arte moderna è piena di storie simili: a meno di un anno dalla morte di Jackson Pollock in un incidente d'auto, il suo sodale Willem de Kooning iniziò una relazione con la sua ragazza, Ruth Kligman, l'unica sopravvissuta a quell'incidente; Pablo Picasso ha tenuto in bella vista in casa sua per tutta la vita il ritratto che Matisse fece alla propria figlia Marguerite, lo stesso ritratto che un tempo veniva usato da lui e dai suoi amici come bersaglio per il tiro a freccette; dieci anni dopo la morte di Francis Bacon, Lucian Freud ancora non voleva sentirlo neppure nominare, ma conservava gelosamente un suo grande dipinto, rifiutandosi di prestarlo per le mostre. A guardare bene, è possibile rintracciare uno schema. Ed è quello che fa in questo libro Sebastian Smee: immergendosi nelle vite di quattro coppie di artisti, ricostruisce gli incontri e gli scontri, i traumi, le invidie e le gelosie che hanno forgiato l'amicizia e l'influenza reciproca tra queste grandi personalità, di cui ancora oggi resta traccia, con la stessa intensità e la stessa fiamma, nelle loro opere. Attingendo a biografie, memorie, testimonianze e lettere, il critico e giornalista premio Pulitzer fa infatti emergere in maniera chiara il fondamentale apporto fornito da ognuno dei due "artisti rivali" nell'evoluzione del percorso artistico dell'altro. Una sfida reciproca a spingersi sempre più avanti nella sperimentazione, ma che li ha portati a lottare con ferocia per conquistare gli stessi collezionisti e gli stessi riconoscimenti. Ricco di storie e di idee, Artisti rivali indaga questa misteriosa dinamica tra riconoscimento e repulsione che ha scandito le tappe principali della storia dell'arte recente: è solo nel confronto, anche aspro, che ci si rivela migliori.
«Sono sempre le opere a suggerirci che tante altre coppie di artisti furono unite da rivalità feconde come l'amore: rivalità nutrite - usiamo le parole ispirate di Smee - da "quella intimità che i manuali di storia dell'arte non raccontano"» ¿ Tomaso Montanari , "la Repubblica"
«Una storia dell'arte moderna raccontata attraverso quattro coppie di famosi artisti che furono amici e anche, in un mondo sottile, non facilmente decifrabile e affascinante, concorrenti» ¿ Laura Crinò, "il Venerdì di Repubblica"
«Ti ritrovi alla fine del libro soddisfatto e appagato, eppure ne vorresti ancora, vorresti che continuasse a raccontarti di arte, artisti e collezionisti, di tutte quelle relazioni umane che preparano il momento in cui l'opera prende forma su tela» ¿ John Williams, "The New York Times"
«Sebastian Seme, combinando perfettamente gusto artistico, comprensione della natura umana e prosa cristallina, ci racconta il dramma, talvolta farsesco, di artisti che sono stati fonte vicendevole di ispirazione e tormenti, spingendosi a raggiungere vette altrimenti inspiegabili» - Peter Schjeldahl, "The New Yorker"
«Sono sempre le opere a suggerirci che tante altre coppie di artisti furono unite da rivalità feconde come l'amore: rivalità nutrite - usiamo le parole ispirate di Smee - da "quella intimità che i manuali di storia dell'arte non raccontano"» ¿ Tomaso Montanari , "la Repubblica"
«Una storia dell'arte moderna raccontata attraverso quattro coppie di famosi artisti che furono amici e anche, in un mondo sottile, non facilmente decifrabile e affascinante, concorrenti» ¿ Laura Crinò, "il Venerdì di Repubblica"
«Ti ritrovi alla fine del libro soddisfatto e appagato, eppure ne vorresti ancora, vorresti che continuasse a raccontarti di arte, artisti e collezionisti, di tutte quelle relazioni umane che preparano il momento in cui l'opera prende forma su tela» ¿ John Williams, "The New York Times"
«Sebastian Seme, combinando perfettamente gusto artistico, comprensione della natura umana e prosa cristallina, ci racconta il dramma, talvolta farsesco, di artisti che sono stati fonte vicendevole di ispirazione e tormenti, spingendosi a raggiungere vette altrimenti inspiegabili» - Peter Schjeldahl, "The New Yorker"
Dettagli libro
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Editore
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Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
352 -
Traduttore
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Argomento
Sull'autore
Sebastian Smee
Sebastian Smee, autore e critico d’arte australiano, scrive dal 2008 per il “Boston Globe”, dopo aver collaborato con “The Spectator”, “The Guardian”, “The Indipendent”, “The Times”, “The Financial Times” e “The Daily Thelegraph”. Nel 2011 ha vinto il premio Pulitzer per la critica per “la sua scrittura sull’arte vivida ed esuberante”. Ha pubblicato Side by side: Picasso vs Matisse (Duffy and Snellgroove, 2002) e Lucian Freud (Taschen, 2007). Attualmente insegna “Nonfiction writing” al Wellesley College.