Breve storia triste (del mondo)

Breve storia triste (del mondo)

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Breve storia triste (o BST, sempre per obbedire all’esigenza di sintesi) non è più solo il tormentone che impazza sul web ma, come scrive Ivan Cotroneo nella Prefazione, «una specie di esercizio filosofico che in maniera brutale e diretta toglie fronzoli e orpelli e ti mette di fronte l’essenza possibile della storia, a volerla guardare con il filtro dell’ironia». Una chiave narrativa che mescola brevitas e levitas per raccontare non solo le proprie piccole-grandi sfighe del quotidiano, ma che ora si applica a tutto lo scibile umano: perché se ci si impegna, in fondo, anche la situazione più complicata, l’evento storico più aggrovigliato, il romanzo più arzigogolato può essere ridotto a un distico fulminante. Ma serve un metodo. E così Nina Verdelli, in sette capitoli, seleziona i film che hanno fatto la storia del cinema, le serie tv diventate cult, i cartoni animati che hanno colorato l’infanzia dei Millennials (e hanno fatto ringiovanire i genitori), i libri che tutti ci proponiamo di leggere prima di morire, i periodi e personaggi storici più iconici, la vita quotidiana e le abitudini social. Frizzante, leggero e condito da un pizzico di cattiveria, Breve storia triste (del mondo) si può leggere come una sintetica enciclopedia umoristica, ma si propone anche di diventare un intelligente gioco di società da godersi con gli amici, o dopo una cena dai suoceri: perché tutto può diventare divertente, se ridotto a BST…

Breve storia triste Mi piacevi. Poi hai applaudito quando è atterrato l'aereo.

Breve storia allegra Il libro fa ridere, l’autrice è brava e sa che non deve guardare in faccia a nessuno, vi divertirete molto. Buona lettura. Ivan Cotroneo, dalla Prefazione

Dettagli libro

Sull'autore

Nina Verdelli

Nina Verdelli, classe 1985, milanese, si è laureata in Filosofia all’Università degli Studi di Milano. Ha vissuto due anni a New York dove ha conseguito un Master in Relazioni Internazionali presso la New York University e ha cominciato a collaborare con alcune testate italiane con interviste e articoli di costume. Nel 2012 è tornata in Italia e ha lavorato al mensile «Amica», dove si è occupata di attualità e ha curato il progetto per i 50 anni del giornale. Subito dopo è passata a «Glamour» dove è rimasta cinque anni dedicandosi a personaggi, spettacolo, lifestyle e costume per il sistema multisfaccettato del brand, che comprende: magazine, sito, social media ed eventi sul territorio. Dal 2019 lavora alla redazione attualità del settimanale «Vanity Fair». Questo è il suo primo libro.

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