“Il nostro tempo è senza alcun dubbio quello della sparizione senza ritorno degli dèi. Ma questa sparizione concerne tre processi distinti, poiché ci sono stati tre dèi capitali: quello delle religioni, quello della metafisica e quello dei poeti. Del dio delle religioni, bisogna solo dichiarare la morte. Il problema, in ultima istanza politico, consiste nel difendersi dagli effetti disastrosi che porta con sé ogni soggettivazione oscura di questa morte. Rispetto al dio della metafisica, è necessario compiere il percorso attraverso un pensiero dell’infinito che ne dissemina la risorsa sull’intera distesa delle molteplicità qualunque. Per ciò che riguarda il dio della poesia, è necessario che la poesia sgombri la lingua, sottraendole il dispositivo della perdita e del ritorno. Presi nella triplice destituzione degli dèi, possiamo già dire, noi, abitanti del soggiorno infinito della Terra, che tutto è qui, sempre qui, e che la risorsa del pensiero è nella pienezza egalitaria avvertita con fermezza, dichiarata con fermezza, di ciò che qui, a noi, avviene.” Alain Badiou
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
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Sull'autore
Alain Badiou
Alain Badiou scrittore, filosofo, professore emerito all’École normale supérieure di Parigi, è fra i massimi filosofi viventi. Sua opera principale è L’essere e l’evento (1988), tradotto in italiano dal Melangolo nel 1995. Tra le sue pubblicazioni in italiano più recenti: Metafisica della felicità reale (2015); Elogio dell’amore (2013); L’avventura della filosofia francese (2013); La Repubblica di Platone (2013); La filosofia al presente (con Slavoj Žižek, 2012) Finito e infinito (2011); Manifesto per la filosofia (2008).