Diversamente ricchi
Via d'uscita da un modello di società creato dal neocapitalismo finanziario
Bruno Amoroso
Quando quarantacinque anni fa Riccardo Lombardi parlava di "una società più ricca perché diversamente ricca" erano molti a sostenere si trattasse di una idea utopica. Quelle stesse parole oggi - alla luce della grave crisi finanziaria che ha investito buona parte del pianeta - diventano il progetto culturale per un modello di società diverso. Diverso da quello che fino alla vittoria di Francois Hollande i vertici dei più importanti Paesi europei ritenevano, al contrario, l'unico modello possibile. Quella di Lombardi rimane la proposta più originale, lungimirante e laica nella storia della Sinistra italiana, tanto da essere l'unica sopravvissuta al crollo del comunismo e alla crisi d'identità della socialdemocrazia. Il paradigma di una società più ricca perché diversamente ricca trae la sua forza dalla sottesa impalcatura teorica: l'incompatibilità del "suo" socialismo eretico con il capitalismo - divenuto troppo costoso per l'umanità intera e perciò da riformare radicalmente - e con il neoliberismo, dal momento che entrambi prescindono dalla società e dalle persone. In questo libro, che si avvale del contributo di economisti, politici, sindacalisti e di originali pensatori italiani e internazionali, l'idea di Lombardi viene ripresa e messa a confronto con lo scenario economico dominato dalla finanza che condiziona le scelte dei governi.
Dettagli libro
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Editore
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Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
187 -
Argomento
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Collana
Sull'autore
Bruno Amoroso
E' docente di Economia Internazionale presso l’Università Roskilde in Danimarca, coordina programmi di ricerca e cooperazione con i Paesi dell’Asia e del Mediterraneo. Presiede il Centro Studi Federico Caffè. Tra le ultime pubblicazioni: La stanza rossa, riflessioni scandinave di Federico Caffè (2004), Per il bene comune, dallo stato del benessere alla società del benessere (2009), figli di Troika (2013), Un’Europa possibile (2014), Come gli Usa fermarono i progetti di Mattei e Olivetti e normalizzarono l’Italia (2014).