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Nel suo testamento Virgilio disponeva che l’Eneide fosse bruciata. A trarla in salvo fu chi gliela aveva commissionata: l’imperatore Augusto. Ma nei suoi versi il poeta non celebra le gesta di Augusto e la storia contemporanea di Roma; si rifugia invece nel mito, narrando la vicenda dolorosa di un eroe che, in obbedienza alla volontà degli dei e soffocando i propri sentimenti, va insieme alla sua gente in cerca di una nuova patria nella terra del tramonto: l’Esperia. Con l’Eneide Virgilio portò alla massima espressione il legame di mito e storia che caratterizza così peculiarmente la cultura e la psicologia dell’antica Roma.

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Sull'autore

Publio Virgilio Marone

Publio Virgilio Marone (70-19 a.C.) è uno dei più importanti poeti latini, vissuto durante il governo di Augusto. Fra le sue opere si ricordano le Bucoliche, 10 egloghe a imitazione degli Idilli di Teocrito; le Georgiche, poema didascalico sull'agricoltura; l'Eneide, il poema epico nazionale dei latini in 12 libri.

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