Gilbert Simondon (1924-1989) è stato soltanto di recente riconosciuto come una figura chiave del panorama filosofico francese del ‘900, ma la rilevanza del suo contributo ha già superato i limiti di una passeggera riscoperta. Questo saggio ripercorre il pensiero simondoniano nel suo sviluppo complessivo, inquadrandone due aspetti finora scarsamente messi in luce: il legame con la tradizione della morfologia filosofica e le tesi di carattere estetico. La filosofia di Simondon – ancora poco conosciuta in Italia – dà infatti i suoi migliori frutti se letta da una parte come una filosofia della forma, e dall’altra come prospettiva sulla tecnica rivolta alla naturalità del fare umano, dunque alternativa a quella heideggeriana. Sotto l’egida del concetto di individuazione, i due versanti del pensiero simondoniano (la forma e la tecnica) si armonizzano in un grande quadro metafisico in cui la fisica è già un’etica cosmica.
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Sull'autore
Gregorio Tenti
Gregorio Tenti è dottorando presso il Consorzio di Filosofia del Nord-Ovest. Attualmente si occupa di morfologia filosofica e ha in preparazione una tesi sull’estetica di Friedrich Schleiermacher.