Il canto della cicogna e del dromedario

Il canto della cicogna e del dromedario

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Dove Susan Knowles-Chester va, la morte la segue: questo pensano gli abitanti di Bridge Fowling ogni volta che la vedono incedere a passo svelto. E a quale capezzale la moglie del falegname stia portando i suoi servigi, quale corpo laverà e renderà bello prima che finisca sottoterra, davanti alla canonica del pastore Drayden. La prima volta era stata in una tiepida notte d’agosto, la convocazione dalla canonica era giunta improvvisa. Il pastore voleva che fosse proprio lei ad accompagnare l’amata moglie nell’estremo viaggio. Amata troppo, sussurra qualcuno, tutte quelle gravidanze, per una donna tanto gracile, alla fine l’avevano uccisa. Dopo quella prima morta, Susan aveva riconosciuto la sua vocazione, ed erano arrivate tutte le altre. Anche le figlie del pastore, a una a una, come i grani di un rosario. Tra loro, nel 1847, Eliza May, umbratile e meravigliosa creatura, che aveva riempito la sua vita grama di nubile indigente con la scrittura, nata come un gioco tra sorelle, un linguaggio segreto di bambine. Uno spazio di libertà selvaggia che aveva generato un unico, poderoso romanzo, pubblicato sotto pseudonimo maschile. Un’opera che aveva indignato i benpensanti, consegnandola nondimeno all’eternità. Ma noi conosceremo Eliza May Drayden solo nella turbolenta esistenza dopo la sua morte; in una sorta di passaggio del testimone tra chi l’ha conosciuta, amata, rimpianta, raccontata, celebrata, denigrata; sulle tracce di un taccuino che passa di mano in mano attraverso tre secoli senza mai concedere il suo segreto. Ispirata dalla vita di Emily Brontë e dal suo capolavoro Cime tempestose, Anjet Daanje ha costruito un romanzo immenso, febbrile, che ne contiene tanti altri, in un gioco di specchi che canta l’amore, la perdita, la sorellanza, il potere eterno della letteratura.

Gli occhi più belli che Susan avesse mai visto erano in quel viso smunto di bambina, grigioazzurri con un tocco di bruno dorato, grandi e luminosi, trasparenti come una pozza d’acqua sotto il sole estivo.

«Si è detto che Emily Brontë fosse pazza. Non sono affatto d’accordo, era semplicemente una donna. E nel mio libro ho messo ogni genere di cose che penso le sarebbero piaciute». Anjet Daanje

Dettagli libro

Sull'autore

Anjet Daanje

Anjet Daanje è nata a Wijster, nei Paesi Bassi, nel 1965. Con un dottorato in matematica, si è dedicata alla scrittura fin dall’età di ventun anni. È autrice di sceneggiature, racconti, romanzi. Con Il canto della cicogna e del dromedario, Daanje si è aggiudicata il Boekenbon Literatuurprijs, il Libris Literatuur Prijs (i due più importanti riconoscimenti letterari dei Paesi Bassi mai prima d’ora assegnati allo stesso libro), il Constantijn Huygensprijs, premio alla carriera, e l’Inktap, premio attribuito dagli studenti dei licei nederlandesi. Il canto della cicogna e del dromedario è in corso di traduzione in dodici lingue.

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