Incultura, finanza e globalizzazione stanno rapidamente spingendo i linguaggi dell’arte in un cul-de-sac. Il tramonto definitivo delle avanguardie e l’erosione del potere intellettuale che le puntellava, insieme all'immagine dell'arte come status symbol, hanno favorito l’ascesa di un collezionismo che, sprovvisto di un’adeguata conoscenza del proprio oggetto del desiderio, ha tuttavia imposto nuove regole del gioco e provocato un radicale appiattimento del gusto. Se un tempo, infatti, il collezionismo – che del gusto è il frutto tangibile, la visualizzazione plastica – era appannaggio di un’aristocrazia
colta e carismatica, in grado di conferire legittimità e autorevolezza alla battaglia delle idee, oggi è alla ricerca soprattutto di consenso, e tratta l’oggetto d’arte alla stregua di un souvenir bell'e pronto cui si chiede di essere riconoscibile quanto l’immagine della Tour Eiffel, familiare anche a chi a Parigi non ci è mai stato. Guidato da conformismo e dotato di ingenti capitali, sceglie opere-trofeo con l’unico scopo di testimoniare la sua appartenenza non più a un’élite di conoscitori, ma al club degli affluenti. Dal canto suo, l’artista, perso
di fatto il ruolo antagonistico che lo teneva al riparo dalle mode, non oppone più resistenza a questo assetto omologante. È costretto a inseguire il successo economico e produce un’arte “obbediente”, attenta ai diktat del marketing e del gusto globalizzato, a scapito di quell'autonomia che era stata il suo vanto e la sua forza fino a pochi decenni fa.
Polemico e pungente fin dal titolo, questo agile saggio narra i cambiamenti intervenuti nello spirito del tempo, nel gusto del collezionismo, nel sistema di diffusione dell’arte e in ultima istanza nell'arte stessa, in accordo con i mutamenti intercorsi negli ultimi trentacinque anni anche in campo sociale, geopolitico ed economico.
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
26 -
Argomento
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Collana
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Serie
Sull'autore
Marco Meneguzzo
Marco Meneguzzo (1954) vive a Milano, è critico d’arte, curatore indipendente e docente alla Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, dove insegna “Storia dell’arte contemporanea” e “Museologia e gestione dei sistemi espositivi”. Come “free lance”, ha organizzato più di cento mostre d’arte contemporanea e moderna, e pubblicato saggi inerenti soprattutto il sistema dell’arte contemporanea. Fra le più recenti pubblicazioni La forma del mondo/la fine del mondo (2000), Il Novecento/II (2005), La scultura italiana del XX secolo (2005), Anni 80. Il trionfo della pittura (2009). Attualmente collabora continuativamente alla pagina d’arte del quotidiano Avvenire, alla rivista italiana Arte, ed è uno dei corrispondenti dell’americana Artforum. Nel corso dell’ultimo decennio – accanto alla produzione di mostre e di saggi - ha viaggiato ripetutamente in Cina, India e Russia, per conoscere la situazione degli artisti e del sistema dell’arte nei cosiddetti paesi emergenti.