![Il dominio della resa](https://storage.bhs.cloud.ovh.net/v1/AUTH_0ab1c3a367fc4f89b2ac1aecb8c5c042/boutiqueprod_images//spree/images/attachments/1448263/product/e100f2821fb564a8b2cfee3fe54032ef980268.jpg?1739289983)
1984. Berlino Est è una grande prigione a cielo aperto, chiusa nel perimetro di un muro invalicabile che spacca in due la città. Un mondo di ferro e cemento, opprimente e opaco, scrutato in ogni suo recesso dalla Stasi, il servizio segreto più ubiquo e potente di sempre, che usa gli occhi di un esercito di spie, per professione o per coercizione. Qui tutte le persone, tutti i luoghi hanno orecchie e memoria; qui l’amicizia non può esistere perché chiunque, in un giorno di un anno qualunque, può essere interrogato e piegato; qui si esercita una mediocre onni - potenza sui destini degli innocenti. Lo sa bene Immanuel che, accusato vent’anni prima di dissidenza e allontanato dalla figlia piccola, non smette da allora di cercarla tra i volti di tutte le giovani sconosciute incontrate per strada. È perso in una solitudine alleviata solo da Tanja, una vedova che non crede più nell’amore. Quanto sia difficile guardare un orizzonte irraggiungibile lo sa anche Irene, che ama la letteratura e sogna di superare il confine che intravede dalla sua finestra, in cima a uno dei tanti casermoni di Berlino. Vorrebbe progettare una fuga folle, ma è frenata dalla passione per Klaus, alto ufficiale della Stasi e uomo sposato, con cui vive una relazione fatta di incontri fugaci, distacchi silenziosi e ritorni travolgenti. Per Immanuel, Irene e Klaus verrà il tempo della scelta tra la libertà, l’amore, sé stessi. Francesco Pala torna a scrutare il mondo celato dietro alla Cortina di ferro e, con il consueto sguardo lucido sulla Storia, illumina esistenze possibili e accadimenti reali che chiedono di non essere dimenticati.
«In questo Paese collaboriamo tutti per realizzare al meglio il nostro niente, per costruire il grande niente collettivo. Ci alleniamo, arriviamo puntuali al lavoro, applaudiamo alle parate, viviamo nella paura del nostro vicino di casa, mentre tutto resta immobile. Nel nostro simbolo dovremmo sostituire la spiga, il martello e il compasso con una N gigantesca».
Hanno detto de L’ultimo viaggio di Lenin:
«Un romanzo d’avventura intriso di una singolare filosofia picaresca, scritto sull’onda di una fantasia ben incardinata nella storia, che mette in scena una fuga e un’utopia». Maurizio Crosetti, Robinson
«Un romanzo dotto ma esilarante, foltissimo. Tantissimi i personaggi: e come non rimanere ammirati per la capacità di Pala di far vivere Stalin agonizzante e Berija, che hanno sulle spalle sterminate bibliografie, senza cessare d’essere persuasivo?» Massimo Onofri, AvvenireDettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
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Italiano -
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