C'era una volta la guerra fredda, quando il liberalismo era la bandiera dell'Occidente. Poi c'è stata la "fine della storia", quando il liberalismo sembrava poter conquistare tutto il globo. Poi c'è stata l'amara disillusione, quando la crisi delle democrazie occidentali e l'ascesa della Cina sembravano indicare come vincenti modelli illiberali. Oggi, l'invasione dell'Ucraina da parte del regime di Putin ha improvvisamente rimesso all'attenzione di tutti quei valori, princìpi, istituzioni delle democrazie liberali per cui vale la pena di combattere, non solo metaforicamente. Con la capacità di identificare il nucleo teorico incandescente che fa muovere le placche tettoniche dell'attualità globale, Francis Fukuyama ha scritto il libro che spiega a tutti noi perché, nonostante i difetti e le deviazioni di percorso, il liberalismo è ancora la guida giusta per le democrazie occidentali, che devono difenderlo non solo a livello geopolitico, ma anche nel dibattito delle idee. Sono stati molti, infatti, in questi anni, gli oppositori del liberalismo. Da sinistra, si è denunciato a gran voce che non ha saputo tenere fede alle sue premesse e, in nome del primato dall'autonomia personale e della libera scelta, ha finito per creare sperequazioni economiche e un individualismo feroce, accentuando le differenze interpersonali e tra i singoli stati, dividendo il globo in cittadini di serie a e serie b. Allo stesso tempo, lo stato di diritto, la libertà di parola e l'indipendenza dei giudici sono stati attaccati da destra per la loro ingerenza nella politica e nella società, insinuando che gli organi liberali non siano altro che uno strumento in mano ad affaristi e speculatori, destinato a indebolire lo stato. È arrivato dunque il momento di abbandonare i valori liberali alla base dei moderni stati occidentali? Il liberalismo è davvero un'ideologia antiquata e consunta che non riesce a rispondere alle sfide contemporanee? O vale la pena difenderne i princìpi fino al punto di tornare a una contrapposizione globale tra regimi liberali e regimi illiberali? Attraverso la brillante ricostruzione dello sviluppo del pensiero liberale, dei suoi pregi e dei suoi limiti, Francis Fukuyama delinea un orizzonte politico in cui le democrazie sono chiamate a un rinnovamento profondo, necessario alla sopravvivenza del sistema occidentale e quindi alla salvaguardia delle nostre libertà.
«Tra gli interpreti dei fallimenti del liberalismo e del crollo delle democrazie, nessuno è più preparato e autorevole di Fukuyama.» ¿ Financial Times
«Abbiamo bisogno di più pensatori capaci come Fukuyama di affondare le dita nel terreno di coltura della contemporaneità.» ¿ The New York Times
«La sintesi acuta e brillante della degenerazione di alcune idee liberali.» ¿ The Guardian
«Tra gli interpreti dei fallimenti del liberalismo e del crollo delle democrazie, nessuno è più preparato e autorevole di Fukuyama.» ¿ Financial Times
«Abbiamo bisogno di più pensatori capaci come Fukuyama di affondare le dita nel terreno di coltura della contemporaneità.» ¿ The New York Times
«La sintesi acuta e brillante della degenerazione di alcune idee liberali.» ¿ The Guardian
Dettagli libro
-
Editore
-
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
-
Numero di pagine
192 -
Argomento
Sull'autore
Francis Fukuyama
Francis Fukuyama, studioso e politologo tra i più importanti a livello internazionale, è Senior Fellow dell’Università di Stanford. In precedenza ha insegnato alla Johns Hopkins University e alla George Mason. Con Utet ha pubblicato Identità. La ricerca della dignità e i nuovi populismi (2019) e la riedizione, con prefazione di Gianfranco Pasquino, del suo capolavoro La fine della storia e l’ultimo uomo (2020).