«È dovere del poeta rischiare movimenti dell’anima improvvisi e incontrollati, provocare, intervenendo nella sintassi, tempeste inaudite, dare al suo stile, alla sua lingua, quel sussulto tipico del corpo giovane, lo slancio dell’aquila verso l’alto». Le prose critiche di Odisseas Elitis, il poeta greco contemporaneo insignito del premio Nobel nel 1979, sono pagine di riflessione etica esistenziale e letteraria ma anche pagine di alta poesia capaci di fondere insieme ispirazione lirica e filosofica: parole che mantengono forte l’eco di altre parole lontane già pronunciate e ora ripetute e accomunate dall’onda del pensiero. Sono la chiave migliore per entrare in profondità nel suo laboratorio poetico e linguistico, pongono le basi metodologiche dell’espressione del pensiero che sta dietro e dentro a tutta la sua produzione definendo non solo i termini e il senso del suo «lavoro », ma anche la sua visione della vita e della ricerca dell’uomo. Elitis, qui come in tutta la sua opera, va alla ricerca del «movimento segreto delle cose», tentando di ricomporre l’unità dell’uomo, laddove con il degenerare della cultura e della civiltà si è creato un frazionamento, una divisione, una contraddizione. Ragione e intuito non si contrappongono, ma si intrecciano in nome di una logica superiore che faccia leva sulle potenzialità latenti e inesplorate dell’uomo nel tentativo di ridonargli la libertà. Perché «è un peccato questa reclusione a vita nell’arca del Bisogno con i sensi inchiodati al ruolo di funzioni».
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
194 -
Argomento