L’invecchiamento del cervello è un processo molto più lento e controllabile di quanto non si pensi
«Non è mai troppo tardi per imparare.»: non è solo un modo di dire, è anche e soprattutto una verità scientifica confermata da tutti gli studi più recenti sul nostro cervello, sulla quantità di neuroni che «lo abitano» e sulla plasticità dell’encefalo, ovvero la capacità di modificare la propria struttura di fronte agli stimoli che gli arrivano. Quello che cambia con l’età è il modo in cui apprendiamo: se un bambino memorizza più facilmente le parole di una lingua straniera, un adulto che conosce più di una lingua sarà agevolato nell’impararne una nuova; da giovani siamo di fronte a un universo da scoprire, da adulti inseriamo ogni nostra conoscenza in una rete sempre più fitta e più complessa. E questa è una ricchezza che possiamo mantenere anche in età molto avanzata, come spiegano Manfred Spitzer e Norbert Herschkowitz: l’importante è cercare di mantenersi attivi sul piano fisico, perché ogni movimento che impegna muscoli, circolazione, cuore ha un effetto benefico anche sul cervello, esattamente come lo ha ciò che mangiamo. E, soprattutto, invece di fare le parole crociate che non mettono in campo nulla di ciò che già non sappiamo, bisogna stare il più possibile con gli altri, con persone di tutte le età, perché è proprio la sfida a conoscere nuovi punti di vista, a metterci in gioco con qualcosa che ci è sconosciuto, che ci aiuta a mantenere il nostro cervello giovane a lungo.
«Non è mai troppo tardi per imparare.»: non è solo un modo di dire, è anche e soprattutto una verità scientifica confermata da tutti gli studi più recenti sul nostro cervello, sulla quantità di neuroni che «lo abitano» e sulla plasticità dell’encefalo, ovvero la capacità di modificare la propria struttura di fronte agli stimoli che gli arrivano. Quello che cambia con l’età è il modo in cui apprendiamo: se un bambino memorizza più facilmente le parole di una lingua straniera, un adulto che conosce più di una lingua sarà agevolato nell’impararne una nuova; da giovani siamo di fronte a un universo da scoprire, da adulti inseriamo ogni nostra conoscenza in una rete sempre più fitta e più complessa. E questa è una ricchezza che possiamo mantenere anche in età molto avanzata, come spiegano Manfred Spitzer e Norbert Herschkowitz: l’importante è cercare di mantenersi attivi sul piano fisico, perché ogni movimento che impegna muscoli, circolazione, cuore ha un effetto benefico anche sul cervello, esattamente come lo ha ciò che mangiamo. E, soprattutto, invece di fare le parole crociate che non mettono in campo nulla di ciò che già non sappiamo, bisogna stare il più possibile con gli altri, con persone di tutte le età, perché è proprio la sfida a conoscere nuovi punti di vista, a metterci in gioco con qualcosa che ci è sconosciuto, che ci aiuta a mantenere il nostro cervello giovane a lungo.
Dettagli libro
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Editore
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Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
160 -
Traduttore
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Argomento
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Collana
Sull'autore
Manfred Spitzer
Manfred Spitzer è nato nel 1958 ed è laureato in Medicina e Psichiatria. È stato visiting professor a Harvard e attualmente dirige la Clinica psichiatrica e il Centro per le Neuroscienze e l’Apprendimento dell’Università di Ulm. Autore di numerosi saggi, fra cui, pubblicati con successo da Corbaccio, Demenza digitale, Solitudine digitale, Connessi e isolati. Emergenza smartphone e Invecchiando si impara, è uno dei più rinomati studiosi tedeschi di neuroscienze.