Edessa, Anatolia orientale, anno 578. Un periodo di crisi dopo i fasti di Giustiniano: guerra, crollo finanziario, debolezza del potere. Un governatore di provincia viene accusato di rendere culto agli dèi pagani. Da quella città si dipana la ricerca dei complici di una paventata congiura che interesserà molti altri centri (Antiochia, Costantinopoli e Ba’albeq, l’ultimo santuario del paganesimo) e ambienti assai vicini a Tiberio II, l’Augustus regnante. Un affresco che interessa la politica, l’arte, il governo dello stato e della Chiesa, nonché il potere dei simboli in quello che è molto probabilmente l’ultimo processo a carico degli Hellenes, i seguaci dell’antica religione pagana.
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Sull'autore
Stefano Fumagalli
Stefano Fumagalli è studioso dell’antichità e semitista, ha studiato a Milano e Gerusalemme. Ha pubblicato, come traduttore e curatore, Sonetti di George Santayana (2000) e il saggio L’Emiro e il Patriarca (2008). Per Mimesis ha curato il volume Confessione: La prima testimonianza del mito di Faust di Cipriano di Antiochia (1994).