Le ricerche raccolte in questo volume indagano in modo originale il significato della libertà politica nelle città comunali e signorili italiane, sottraendosi alla precomprensione che la ritiene espressione di una forma di governo repubblicana antagonistica a quella signorile e non limitandosi alla mera analisi delle elaborazioni intellettuali.
Condotta su uno spettro ampio di documentazione e da una prospettiva metodologica che mette in relazione i testi letterari e dottrinari con le fonti cosiddette della “pratica” e iconografiche, la ricognizione esplora la pluralità di nozioni e di declinazioni assunte dalla libertà nello spazio politico delle città italiane sul lungo periodo tra i secoli XII e XIV: una condizione giuridica alternativa alla servitù, un insieme di consuetudini e di immunità, uno status privilegiato di autonomia, una mitopoiesi identitaria, un’ideologia antitirannica, una rivendicazione di non dipendenza, una condizione di non interferenza garantita dall’impero, dalla Chiesa, dai regimi di popolo o da quelli signorili.
Prima dell’elaborazione umanistica di una concezione della libertà repubblicana, nelle esperienze delle città italiane si possono cogliere rilevanti discontinuità di significato che definirono il patrimonio ideale di libertates di antico regime che precede quello della modernità liberale.Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
361 -
A cura di
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Argomento
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Collana