La metafisica del ping-pong Il tennistavolo come viaggio alla scoperta di sé

La metafisica del ping-pong

Il tennistavolo come viaggio alla scoperta di sé

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Quando si impugna per la prima volta la racchetta non si sa dove può portare la passione per questo sport – magari addirittura in Cina, a sfidare i campioni locali –, ma soprattutto non si sa di avere appena intrapreso una sorta di percorso iniziatico alla scoperta di sé e dei princìpi che governano la realtà. Lungo questo viaggio di perfezionamento sportivo, individuale e metafisico, Guido Mina di Sospiro non ha solo affrontato avversari di ogni tipo, affinato tecnica, tattica e strategia e appreso l’importanza di lasciarsi guidare da un maestro: grazie al ping-pong ha incontrato e visto in azione, nel vivo del gioco, la geometria non euclidea e la logica non lineare; ha riscoperto Carl Gustav Jung e interrogato l’I Ching, colto la potenza del mito platonico della caverna e dei princìpi della filosofia taoista. E naturalmente, inseguendo il suo stato di grazia mistico-sportivo, si è anche divertito, e continua a divertirsi moltissimo.

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Sull'autore

Guido Mina di Sospiro

Autore di narrativa, saggistica e narrative non-fiction, vive negli Stati Uniti dai tempi dell’università ed è pubblicato in quindici lingue. Fra i suoi libri tradotti in italiano ricordiamo L’albero (Rizzoli, 2002), Il fiume (Rizzoli, 2003) e Sottovento e sopravvento (Ponte alle Grazie, 2017), fra gli altri i due romanzi scritti a quattro mani con il noto studioso di esoterismo inglese Joscelyn Godwin: The Forbidden Book e Forbidden Fruits. Il tennistavolo è una passione che ha incubato per decenni, fino a quando non è esplosa nei club di Washington, portandolo poi fino in Cina. Per questa nuova edizione ha tradotto lui stesso l’originale inglese.

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