Mauthausen, per molti deportati, è stato sinonimo di morte. Delle circa 200.000 persone condotte nel lager austriaco, o in uno dei suoi 49 campi esterni, soltanto la metà ha potuto assistere alla liberazione avvenuta il 5 maggio 1945. Per tenere in moto questa gigantesca macchina di morte, i nazisti pianificarono un sistema logistico estremamente articolato e organizzato, gestito da ditte esterne, ma anche da criminali comuni e profittatori. Dopo anni di assenza dalle librerie, torna l’opera principale sulla storia del campo di concentramento di Mauthausen firmata da Hans Maršálek, prigioniero nel campo dal 1942 al 1944. Un lavoro che ha gettato i presupposti per tutti gli studi e le ricerche successive sul tema, e che rappresenta un importante contributo sul piano della conoscenza storica per non dimenticare quanto avvenuto nell’abisso della violenza dei lager.
Dettagli libro
-
Editore
-
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
-
Numero di pagine
432 -
Argomento
-
Collana
Sull'autore
Hans Maršálek
Hans Maršálek (Vienna, 1914-2011) è stato un esponente di spicco della Resistenza antinazista austriaca. Arrestato nel 1941 dai nazionalsocialisti, dopo un anno di prigionia nelle carceri della Gestapo e in altri luoghi di detenzione venne deportato nel campo di concentramento di Mauthausen, dove fondò il Comité International de Mauthausen, organizzazione clandestina di resistenza attiva. Dopo la guerra, creò l’archivio di Mauthausen e il museo nel Memoriale del KZ, di cui per anni è stato anche direttore.