Lo Sbarbato

Lo Sbarbato

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Lo Sbarbato, capitolo iniziale di una «trilogia della gioventù milanese» che comprende Tirar mattina (pubblicato nel 2018 da Baldini+Castoldi) e Il giovane normale, racconta la storia, ambientata nella Milano a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, della strana amicizia tra un ragazzo di buona famiglia e un ladruncolo, il Mangia. Mario, un sedicenne liceale, diventa amico del Mangia che, dopo averlo soprannominato lo Sbarbato, gli spalanca le porte del bar Torretti, dove conosce altri ragazzi – l’Ernesto del Tic che finge di avere tic nervosi, l’Angiolino, il Giulio Etabeta dalla faccia a triangolo, il Bianco che beve solo vino bianco, la Graschelli che con la Grace Kelly di Monaco non ha niente a che fare – che vivono ai margini della legalità credendo che tutto sia possibile, che ci si possa misurare contro tutti e tutto, alla ricerca di quella che suppongono essere l’avventura. Impara così a imbrogliare la famiglia, soprattutto il padre, ingegnere benpensante rigido e severo, a falsificare la pagella e a girare con il coltello. Mario e il Mangia stringono un legame proprio perché sono all’opposto e l’uno nell’altro vedono ciò che vorrebbero diventare: Mario è attratto dalla libertà dell’amico e il Mangia dal privilegio economico di Mario. Teatro di queste microstorie è una Milano che non c’è più e, sullo sfondo, la cronaca sociale e politica dell’Italia di quegli anni. Lo Sbarbato trascina, esalta, diverte e commuove. L’occasione per scoprire o recuperare la vena comica e satirica, ma anche malinconica e amara di un appassionato narratore della nostra storia.

Dettagli libro

Sull'autore

Umberto Simonetta

Umberto Simonetta (1926-1998) è nato a Milano e ha studiato in Svizzera. Scrittore, giornalista, autore teatrale, radiofonico e televisivo. Tra i suoi romanzi Tirar mattina e Lo Sbarbato (ripubblicati da Baldini+Castoldi rispettivamente nel 2018 e nel 2021), Virgo, I viaggiatori della sera (da cui è stato tratto nel 1979 l’omonimo film di Ugo Tognazzi). Ha collaborato per anni con Giorgio Gaber, per il quale scrive testi di canzoni indimenticabili come Trani a gogò, La ballata del Cerutti e Il Riccardo. Scrive anche pièce teatrali di successo: Sta per venire la rivoluzione e non ho niente da mettermi, in cui prende in giro il Sessantotto, Mi voleva Strehler (con Maurizio Micheli), spettacolo cult dal 1978 con oltre mille repliche all’attivo, Ne ho mangiata troppa (con Luca Sandri). Tra gli anni Sessanta e Novanta ha firmato decine di testi radiofonici e televisivi (tra cui Giandomenico Fracchia per Paolo Villaggio e Onda libera per Roberto Benigni). Ha scritto articoli di costume per periodici e quotidiani ed è stato critico cinematografico e teatrale.