Manifesto del partito comunista

Manifesto del partito comunista

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Premesse di Eugenio Sbardella e Umberto Cerroni
Traduzioni di Eugenio Sbardella e Antonio Labriola
Edizione integrale

Il Manifesto del partito comunista (1848) può dirsi il documento politico dell’età moderna che ha avuto la sorte più fortunata, tanto dal punto di vista della “traduzione” pratica, quanto da quello editoriale. In esso Marx ed Engels intesero chiarire le condizioni della lotta di classe attraverso cui alla società borghese subentrerà «un’associazione nella quale il libero sviluppo di ciascuno è condizione per il libero sviluppo di tutti». In questa edizione è riproposta anche la traduzione di Antonio Labriola, affiancata dal saggio dello stesso autore In memoria del Manifesto dei comunisti (1895), che costituisce un’attenta lettura critica dell’opera di Marx ed Engels.

«Liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba, membri di corporazioni e garzoni, insomma oppressori e oppressi, sono stati sempre in reciproco antagonismo, conducendo una lotta senza fine, a volte nascosta, a volte dichiarata, che portò in ogni caso o a una trasformazione rivoluzionaria di tutta la società o alla totale rovina delle classi in competizione.»


Friedrich Engels

(1820-1895) nacque a Barmen. A soli ventidue anni fu mandato dal padre a dirigere un’azienda tessile a Manchester. Nella collaborazione con Marx portò la sua diretta esperienza della vita in fabbrica e la sua competenza in campo economico.


Karl Marx

(Treviri 1818 - Londra 1883), dopo aver studiato filosofia e diritto alla scuola di Hegel, maturò in Francia e in Inghilterra la propria teoria critica e rivoluzionaria della società capitalistica. Fu tra i fondatori della prima Associazione internazionale dei lavoratori. La Newton Compton ha già pubblicato Il capitale e Il manifesto del partito comunista, scritto con Friedrich Engels.

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