Siamo nel 1948, la guerra è finita da pochi anni. Il disilluso e pragmatico Philip Edridge sta partendo per lavoro da New York verso il Sud America, quando una vecchia fiamma, Beatrice Mantry, lo invita al suo matrimonio negli Hamptons. Edridge accetta senza pensarci troppo e con il suo arrivo il “matrimonio in campagna” diventa lo scenario per situazioni impreviste, intrecci sentimentali e colpi di scena che hanno come protagonisti una serie di personaggi memorabili: Paul si crogiola in un amore impossibile, per Connie ogni conquista amorosa è un gioco di sguardi e battute al vetriolo, Wally sembra non accorgersi di tutti gli intrighi che si svolgono sotto il suo naso, e la promessa sposa Bee è in balia dei propri sentimenti, perennemente in dubbio sulla strada da percorrere. Va in scena così una carrellata di inquadrature immerse nell’inconfondibile atmosfera dell’upper class newyorkese anni Cinquanta, dominata da portasigarette d’epoca, automobili lussuose e abiti impeccabili, ma dove non manca il revolver, se necessario. Scritto da un autore caro alla letteratura americana, Matrimonio in campagna è una commedia corale, affilata e coinvolgente come un campo lungo cinematografico, che trascina il lettore fino all’ultima pagina.