Invasione. Schifo. Felpa. Sovranità. Terrorismo. Ruspa. Pulizia. Schiavismo. Da qualunque parola si parta si arriva sempre a lui: a Matteo Salvini, il neo ministro dell'Interno e vicepresidente del Consiglio del governo Conte. Il politico più social, che ha saputo ripulire l'immagine di un partito consumato dagli scandali, la Lega, e capovolgere il suo mondo senza farsene accorgere. All'inizio se la prendeva con i napoletani, poi con i Rom e infine con gli immigrati: ora “vengono prima gli italiani”, non i padani. Prima il problema del Paese era la Calabria e il sud nullafacente ora sono da un lato gli spacciatori dall'altro i burocrati di Bruxelles. Come racconta Caporale, Salvini ha cambiato la forma ma non la sostanza: il filo della narrazione vincente è sempre la paura. La paura dell’altro, di chi ci invade, di chi attenta alla nostra sicurezza, di chi ci spoglia dei nostri averi o della nostra fede e infine della nostra stessa identità.
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Collana
Sull'autore
Antonello Caporale
Antonello Caporale: inviato a Repubblica, oggi caporedattore al Fatto Quotidiano. Ha pubblicato sette libri: La Ciurma (L'Ancora del Mediterraneo); una trilogia per Baldini-Castoldi-Dalai (Impuniti, Mediocri, Peccatori), poi Terremoti SpA (Rizzoli), Controvento (Mondadori), Acqua da tutte le parti (Ponte alle Grazie). Ha firmato due docu-web (La vita è un treno e Alfabeto).