La questione di una rivoluzione verde, soprattutto dopo l’emergenza pandemica, è sempre più urgente e mette in evidenza come crisi ambientale e crisi del lavoro siano due fenomeni quanto mai interconnessi. Pur nella pluralità delle diverse narrazioni sulla transizione ecologica, varie analisi nazionali e internazionali hanno evidenziato un impatto occupazionale significativo derivante dall’impegno verso un’economia più sostenibile. Questo fascicolo di «Meridiana», partendo da un esame critico del concetto di green economy e del suo impatto sul lavoro e sull’occupazione, mette in evidenza le pluralità delle prospettive presenti in letteratura: dal rapporto tra sviluppo dell’economia verde e crescita occupazionale; alle sfide per lo sviluppo del capitale umano nel ridisegnare ad esempio una nuova classe di knowledge worker o nell’ innovare le conoscenze nelle professioni più tradizionali; passando per la disamina delle relazioni tra comportamento ecologico e pratiche professionali; per concludere con la prospettiva degli attori collettivi, quali attori cruciali nella promozione di istanze progressiste in ambito ambientale capaci di influenzare l’agenda nazionale e internazionale sul tema. Inoltre, guardare ai cosiddetti «lavori verdi» rappresenta un osservatorio privilegiato di analisi per cogliere e ricostruire in maniera puntuale opportunità e vincoli alla transizione ecologica. I saggi contenuti in questo numero si concentrano soprattutto sulla piccola e media impresa e sui percorsi di lavoro professionale e autonomo che si sviluppano all’interno del paradigma della transizione ecologica. Tale ottica appare di gran lunga quella più fertile (e non sempre adeguatamente esplorata) per quanto riguarda la complessità del tema in esame, in particolar modo per l’Italia, caratterizzata da un tessuto di Pmi e altre forme di micro-imprenditorialità. Negli articoli si incrociano tanto la prospettiva macro, ovvero quella regolativa e quella dei territori, la prospettiva meso, riguardante settori e organizzazioni, e quella micro, dei singoli lavoratori, delle loro pratiche e dell’ethos che ne orienta l’azione ecologica. Nello specifico, i contributi analizzano da un lato alcune figure professionali (nel settore dell’eolico, dell’agricoltura e del cibo, della pesca), dall’altro alcuni ambiti di intervento (la valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico per lo sviluppo delle aree interne; il parco agricolo come strumento per superare il dualismo città/campagna). Questo numero offre così uno spaccato della complessità e delle contraddizioni generate dalla sfida ecologica la cui affermazione progressiva appare comunque relativamente lenta e incontra diversi limiti e ostacoli. La sfida ecologica, nel dipanare i suoi effetti sul mercato del lavoro, più che configurare un vero capovolgimento repentino di paradigma si configura piuttosto come un processo intermittente e adattivo, in cui fattori di agency, interessi territoriali diversificati e regolazione pubblica si confrontano con una serie di ostacoli: il problema del consenso/dissenso sui territori; la combinazione tra strategie top down di regolazione e controllo e quelle di sviluppo di collaborazione e condivisione con la rete degli attori locali; la dicotomia tra prospettiva economico-politica a breve e a lungo termine; nonché il rischio di lock in tecnologico e la necessità di aggiornamento continuo di conoscenze e competenze.
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
277 -
Argomento
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Collana
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Serie