Nato a Hiroshima

Nato a Hiroshima

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Un romanzo per non dimenticare. Una storia che colpirà il cuore delle nuove generazioni.

Roma, 2020. Sono passati esattamente 75 anni dal giorno in cui è esplosa la prima bomba atomica a Hiroshima e Riku, che al tempo era poco più che un ragazzo, ricorda ogni cosa. Un rombo di aereo improvviso, un silenzio innaturale, una luce di morte che in un baleno inonda l'intero Paese, senza risparmiare nessuno. Da quell'istante l'umanità non è più stata la stessa. Il mondo di Riku non è più stato lo stesso, una parte del suo cuore e della sua anima sono scomparsi per sempre. Forse è per questo che dopo tanti anni non ha mai avuto il coraggio di riaprire la scatola di legno in cui ha rinchiuso tutto il proprio dolore. Sa che non potrebbe sopportare la vista di ciò che contiene. Riku, tempo dopo l'esplosione, l'aveva sigillata per sfuggire ai ricordi e ora intende gettarla nel fiume nella speranza di cancellare il passato. Ciò che è stato però non può svanire, a ricordarglielo sono i suoi due nipoti, Tommaso e Alina, due gemelli curiosi a cui è difficile dire no. Ma aprire quella scatola insieme a loro è una sfida che Riku deve affrontare, consapevole che il dolore potrebbe trascinarlo in un vortice da cui sarebbe difficile riemergere.

Un romanzo incredibilmente toccante e autentico, che racconta attraverso gli occhi di un sopravvissuto uno dei più grandi eventi che hanno sconvolto l'umanità. Vichi De Marchi si fa portavoce di un'avventura per ragazzi e adulti, reale, dolorosa, penetrante.

«Un romanzo commovente e coinvolgente, sullo sfondo di una tragedia da non dimenticare.» - Avvenire

Dettagli libro

Sull'autore

Vichi De Marchi

Vichi De Marchi è nata a Venezia e vive a Roma. Giornalista, ha scritto per quotidiani e settimanali e lavorato alle Nazioni Unite. Ama raccontare storie reali. I suoi libri hanno vinto numerosi premi, una menzione al Premio Andersen e l’inserimento nella cinquina del Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2016. Da anni si occupa oltre che di storie vere del perché ci sono così tanti stereotipi di genere.

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