Nei saggi che compongono questo libro l’autore interroga e analizza la singolare natura delle opere d’arte. Nel contesto di una riconfigurazione della teoria estetica perseguita da oltre un ventennio si propone qui di rovesciare il punto di vista da cui considerare questi paradossali prodotti del fare umano. Anzitutto, assumendo la paradossale capacità delle opere d’arte di rivolgere a noi uno sguardo autonomo e straniante. Sul filo di questa paradossalità si considera la polarità immanente alla quasi-vita delle opere d’arte e con essa la tensione tra l’unità di oggetti e l’unità d’immagini in cui consistono. Questa considerazione si svolge su due piani. Un piano decisamente teorico che affronta le opere d’arte nel confine tra estetica e ontologia. Un piano critico-fenomenologico che indaga la dimensione oggettuale delle opere in snodi decisivi dell’arte contemporanea. Il risultato è una concezione delle opere d’arte come “oggetti attivi” caratterizzati da una sovraesistenza che coinvolge i modi stessi del loro aver effetti sulla nostra vita.
Dettagli libro
-
Editore
-
Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
-
Argomento
-
Collana
Sull'autore
Fabrizio Desideri
Fabrizio Desideri è Professore ordinario di Estetica presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Firenze. Dirige la rivista online “Aisthesis. Pratiche, linguaggi e saperi dell’estetico” e co-dirige la rivista “Atque. Materiali tra filosofia e psicoterapia” diretta da P.F. Pieri. Tra i suoi ultimi libri: La percezione riflessa. Estetica e filosofia della mente (Milano 2011), La misura del sentire. Per una riconfigurazione dell’estetica (Milano 2013), Origine dell’estetico. Dalle emozioni al giudizio (Roma 2018), Walter Benjamin e la percezione dell’arte. Estetica, storia, teologia (Brescia 2018).