Gaio Giulio Cesare (100-44 a.C.) fu senza dubbio una delle figure più significative della Roma antica e il vero protagonista dell'ultimo periodo della repubblica e del suo trapasso al principato. La sua figura ha lasciato una traccia indelebile non solo nella storia politica e militare dell'Urbe, ma anche nella letteratura latina, in cui occupa un posto di primo piano. Sino alla pubblicazione dei «Commentari» del De Bello Gallico, che si pone comunemente nella primavera del 51, la letteratura romana non può vantare nessuna opera di grande valore storico. La tradizione storiografica antica in Roma era alquanto scarsa, perché basata sugli Annali dei Pontefici o su nude elencazioni di fatti. I «Commentari» di Giulio Cesare si staccano da queste modeste compilazioni di annali, di cronache, di historiae e di memorie. Conservano il nome di «Commentari», perché modestamente vogliono indicare la registrazione di fatti memorabili, dal 58 al 52, per la guerra di Gallia, e dal 49 al 48 per la guerra civile, ma la novità essenziale di essi è data dalla vivacità del racconto, dalla purezza dello stile e da quel distacco con cui Cesare, storico, domina tutto lo svolgimento dei fatti.
I Commentarii de bello Gallico ripercorrono in 7 libri autentici, più un ottavo ritenuto spurio e attribuito da Svetonio a Aulo Irzio, le operazioni militari condotte in Gallia dal 58 al 52 a.C. , dalla spedizione contro gli Elvezi fino alla vittoria definitiva, mentre i Commentarii de bello civili, in tre libri, contengono il racconto dei fatti dal 49 al 48 a.C., riguardanti le campagne contro Pompeo e i pompeiani. Oltre a queste due opere più celebri, la tradizione ci ha restituito alcuni scritti di dubbia paternità, generalmente attribuiti ad Aulo Irzio: il Bellum Alexandrinum, che prosegue la narrazione degli eventi della guerra civile, un Bellum Africanum (o Africum) e un Bellum Hispaniense, che trattano rispettivamente la guerra in Africa contro i pompeiani fino alla vittoria di Tapso nel 46 a.C. e la campagna spagnola fino alla vittoria di Munda nel 45 a.C. Tutte queste opere sono oggi riunite nell'e-Book proposto da UTET in edizione critica, con l'originale latino e un completo apparato critico consultabili attraverso i rimandi ipertestuali.
I Commentarii de bello Gallico ripercorrono in 7 libri autentici, più un ottavo ritenuto spurio e attribuito da Svetonio a Aulo Irzio, le operazioni militari condotte in Gallia dal 58 al 52 a.C. , dalla spedizione contro gli Elvezi fino alla vittoria definitiva, mentre i Commentarii de bello civili, in tre libri, contengono il racconto dei fatti dal 49 al 48 a.C., riguardanti le campagne contro Pompeo e i pompeiani. Oltre a queste due opere più celebri, la tradizione ci ha restituito alcuni scritti di dubbia paternità, generalmente attribuiti ad Aulo Irzio: il Bellum Alexandrinum, che prosegue la narrazione degli eventi della guerra civile, un Bellum Africanum (o Africum) e un Bellum Hispaniense, che trattano rispettivamente la guerra in Africa contro i pompeiani fino alla vittoria di Tapso nel 46 a.C. e la campagna spagnola fino alla vittoria di Munda nel 45 a.C. Tutte queste opere sono oggi riunite nell'e-Book proposto da UTET in edizione critica, con l'originale latino e un completo apparato critico consultabili attraverso i rimandi ipertestuali.
Dettagli libro
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Editore
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Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
1617 -
Argomento
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Collana