“Non vado mai a piedi. Nessuno va mai a piedi su queste strade che portano nei paesini. Se uno va a piedi è perché non ha niente da fare oppure perché non possiede una macchina. In tutti e due i casi è colpevole.”
Ci troviamo in un paese del Nordest italiano:
una voce narrante all’inizio parla di sé e poi ci conduce, attraverso altre vicende e altri personaggi, a ritroso nel tempo, fino a raggiungere l’infanzia dei protagonisti. Forse è proprio il tempo il tema più importante: la voce ora disincantata, ora ironica, ora intensamente poetica che compie questa discesa nella memoria inventa uno sguardo inedito su una provincia investita e sconvolta in pochi decenni da un’ondata di mutamenti.
Ci sono tutti: i furbi e le disadattate di ieri e di oggi, le buone e gli spaventati, i preoccupati e le convinte, con il lavoro, il sesso e i suoi sogni accesi; tutto un paese che risponde all’appello del tempo, insieme con gli alberi e gli animali, compresi in una comune vorticosa accelerazione che sospende le singole esistenze in un falso movimento o in un delirio dell’immobilità. Dalle soglie del nuovo secolo, uno sguardo al passato prossimo che oggi, a vent’anni dall’inizio delle vicende narrate, può farci comprendere meglio chi siamo stati, chi siamo e chi potremmo forse ancora essere.
Con questo libro Gian Mario Villalta si conferma un autore di carattere, capace di scrivere passaggi di grande intensità dove coesistono la lucida analisi del presente e la nostalgia di un passato perduto.
Dettagli libro
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Editore
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Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Argomento
Sull'autore
Gian Mario Villalta
Gian Mario Villalta ha scritto diversi romanzi, saggi e libri di poesia (ricordiamo Vanità della mente, Premio Viareggio 2011, e Telepatia, Premio Carducci 2016). Tra i suoi ultimi lavori: L’isola senza memoria (Laterza, 2018), Bestia da latte (SEM, 2018), L’olmo grande (Aboca, 2019) e L’apprendista (SEM, 2020), finalista al Premio Strega. È direttore artistico di pordenonelegge.