Pasolini. Massacro di un poeta Finalmente tutta la verità sull'agguato più doloroso della nostra storia. La firma dei neofascisti, la manodopera criminale, gli emissari. I documenti e le foto inedite del corpo che parla

Pasolini. Massacro di un poeta

Finalmente tutta la verità sull'agguato più doloroso della nostra storia. La firma dei neofascisti, la manodopera criminale, gli emissari. I documenti e le foto inedite del corpo che parla

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Il 2 novembre 1975, all’Idroscalo di Ostia, si consuma il «massacro tribale» di uno dei maggiori intellettuali del ventesimo secolo: Pier Paolo Pasolini. L’inchiesta di Simona Zecchi riparte proprio da quella sciagurata notte e, con l’ausilio di prove fotografiche mai emerse sinora, di evidenza schiacciante, documenti inediti, interviste e testimonianze esclusive, fa tabula rasa dei moventi ufficiali e le piste finora accreditati – dall’«omicidio a sfondo sessuale» al «misterioso» Appunto 21 di Petrolio. Come nella Lettera rubata di Edgar Allan Poe, lo «schema perfetto» che condusse il poeta friulano fra le braccia dei suoi carnefici è sempre stato sotto gli occhi degli inquirenti e, in parte, dell’opinione pubblica: un oscuro attentato a pochi passi dall’abitazione di Pasolini la cui funzione viene finalmente svelata, un furto di bobine come espediente dai tratti inediti, la presenza di più macchine all’Idroscalo e la prova del doppio sormontamento del corpo ormai agonizzante, i testimoni che nessuno ha mai voluto veramente ascoltare, la matrice fascista dell’agguato, la direzione dell’intelligence nostrana, il ruolo depistante dell’enigmatico Giuseppe Pelosi, i tentativi di alcuni giornali, sempre ben informati, troppo informati, di trasformare Pasolini in imputato nello stesso processo che avrebbe dovuto stabilire l’identità dei suoi assassini. Tra le numerose inchieste che hanno cercato di decostruire la gigantesca opera di depistaggio messa in atto già all’indomani dell’omicidio, Pasolini, massacro di un poeta si incarica di dire la verità, tutta la verità.

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Sull'autore

Simona Zecchi

Simona Zecchi, giornalista, vive a Roma. Per la rivista I quaderni de L’Ora (n. 8, 2012) ha curato con la collega Martina Di Matteo un’inchiesta sulla morte di Pasolini, tema cui ha dedicato molti anni di ricerca. Ha collaborato con il manifesto e scrive sulla versione online del Fatto Quotidiano, il sito di informazione e approfondimento Gli Stati Generali e il quotidiano statunitense La Voce di New York, occupandosi di cronaca giudiziaria e attualità. È fra i fondatori del sito indipendente d’inchiesta Lettera35. Questo è il suo primo libro.

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