Prefazione di Ferruccio De Bortoli
Giada Lonati è un medico palliativista, ed è la direttrice sociosanitaria di VIDAS. In questo libro ci racconta cosa vuol dire, nel suo significato più profondo, prendersi cura di qualcuno e lo fa attraverso le sue esperienze. Una storia fatta di tanti incontri e di tante persone, uomini e donne, anziani e giovani, padri, madri, fratelli, figli che insieme a lei e a tanti altri personaggi come volontari, medici, infermieri si trovano di fronte al mistero dell’ultimo tratto di vita. È un libro pieno di energia positiva perché oltrepassa lo stato del dolore fisico, per andare all’essenza del rapporto tra esseri umani, in cui la dimensione dell’ascolto diventa capacità di esplorare tanti mondi e di imparare tanti linguaggi diversi quante sono le persone con cui ci si confronta.
Con garbo infinito e un profondo rispetto ci fa capire che nell’accudimento di una persona bisognosa di cure, nei gesti che compiamo (e che dobbiamo imparare a compiere), nelle parole che diciamo (e che impariamo a cercare nel nostro io più autentico e a formulare nel modo più consono), in primo luogo c’è sempre il dialogo tra due persone uguali, che arricchisce e migliora l’una e l’altra, e che per cerchi concentrici si allarga alla società intera. Perché prendersi cura di qualcuno, un bimbo, un vecchio, un malato, un immigrato cura in primo luogo chi si dedica all’altro, lo arricchisce e lo rende forte. Prendersi cura dell’altro, quali che siano le sue necessità, fa del bene a noi. Nessuno si salva da solo e tutti insieme possiamo salvare gli altri e con essi anche il pianeta. Tutti abbiamo bisogno di aiuto prima o poi e tutti possiamo aiutare. È solo stabilendo questa catena di solidarietà, la vera essenza del nostro essere umani, che possiamo sperare di costruire un presente e un futuro degni di essere vissuti per tutti.
Dettagli libro
-
Editore
-
Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Lingua originale
Italiano -
Data di pubblicazione
-
Numero di pagine
256 -
Argomento
-
Collana
Sull'autore
Giada Lonati
Ha uno specifico interesse per la bioetica, in particolare per le sue declinazioni nel fine vita. È autrice di L’ultima cosa bella e di Biotestamento.