«Il cielo sopra la testa. La montagna sotto le scarpe. Non serve nient’altro per vivere. Luca Saltini lo ha capito». MAURO CORONA
Nando è nato e cresciuto in montagna. Ha mosso i primi passi sui sentieri scoscesi che si inerpicano verso la cima e, anche quando è stato costretto a lavorare in un cantiere a fondovalle, ha sempre desiderato tornare a quel silenzio, all’ultima luce che accende il bosco la sera, al maso solitario che lo protegge dal rumore del mondo. Per questo, quando il milanese dice di aver sentito, in una notte di tempesta, il ruggito potente di un animale e il raspare cattivo delle sue unghie contro la porta, Nando non gli crede. Il milanese che ha lasciato un lavoro sicuro in città per andare a vivere con le vacche e a vangare l’orto non conosce le montagne, non sa di che cosa parla. Nessun animale è in grado di sradicare un larice, di far tremare una stalla. Quando però Silvia, una delle poche persone in grado di strappare Nando alla sua solitudine, gli confessa che anche lei ha sentito qualcosa e ha paura, lui si mette in cammino verso quel mistero. Parte di notte, solca il silenzio verde della boscaglia, attraversa la pura emozione dei luoghi intatti, vive la bellezza di una notte sotto il cielo stellato, di una radura dopo un inestricabile groviglio di rami. E rivede il passato con i suoi fantasmi, le ombre dei sogni che non ha potuto realizzare, l’amore che non ha avuto il coraggio di difendere. Al ritmo cadenzato del suo respiro, Nando troverà la strada verso ciò che minaccia il paese. Perché la montagna dà molto, tutto, a quelli come lui, ma sa quando è giunto il tempo di far pagare un prezzo.
La montagna era viva e a volte sceglieva delle creature perché diventassero suoi messaggeri. La lingua con cui parlava era scabra come le sue pietre. Ti potevi ferire cercando di afferrarla, eppure era quello il solo codice in grado di rivelare verità sepolte, segreti così potenti da cambiare il destino di intere generazioni.
Hanno scritto di Luca Saltini: «Dentro a una cornice da inappuntabile romanzo storico, Saltini, poggiando su una scrittura solida e figure delicatamente delineate, scandisce con sapiente capacità di rendere emotivamente momenti, siano essi di felicità o dolore». Ermanno Paccagnini
«La narrativa, connubio di vissuto e immaginazione, può regalarci esperienze immersive straordinarie che ci fanno attraversare il limen, la soglia tra realtà e finzione, specialmente quando, come in Saltini, il contesto è ben ricostruito e i protagonisti delle vicende conservano i chiaroscuri degli esseri umani». La provinciaDettagli libro
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