«Incantevole»
Natalia Aspesi, la Repubblica
«Raramente un libro ha conquistato a tal punto il pubblico amante dell’arte e della letteratura»
Livia Manera, Corriere della Sera
Un'elegante vetrina nella casa londinese di Edmund de Waal contiene 264 sculture giapponesi di avorio, o legno, non più grandi di una scatola di fiammiferi, raffiguranti divinità, personaggi di ogni tipo, animali, piante. La vetrina è aperta, e i piccoli figli di de Waal possono estrarre i netsuke - così si chiamano i minuscoli oggetti - e giocarci. Come facevano, ha scoperto l'autore, i piccoli figli di Viktor e Emmy von Ephrussi, suoi bisnonni, nel boudoir della madre, in un fastoso palazzo viennese della Ringstrasse, un secolo fa. Prima che Hitler entrasse in trionfo a Vienna e avessero inizio le persecuzioni e i saccheggi nelle case degli ebrei.Ebrei di Odessa erano appunto gli Ephrussi, commercianti di cereali e poi banchieri ricchi e famosi quanto i Rothschild, con ville e palazzi sparsi in tutta Europa. Quello di Vienna, dove i netsuke arrivano nel 1899 da Parigi - dono di nozze ai cugini di Charles Ephrussi, famoso collezionista, mecenate, storico dell'arte, amico di Renoir, Degas, Proust - conteneva tante e tali opere d'arte che i minuscoli oggetti sfuggirono all'attenzione dei razziatori nazisti. Come sopravviveranno alla guerra, e come finiranno a Tokyo, dove de Waal li vede per la prima volta a casa del prozio che glieli lascerà in eredità, sono solo due delle tante, emozionanti sorprese di questo libro che, apparso più di un anno fa, continua a incantare critici e lettori.Affascinato dall'eleganza, dalla precisione, dalle straordinarie qualità tattili delle sculture, l'autore, famoso artista della ceramica, decide di ricostruire la storia dei loro passaggi da una città all'altra, da un palazzo all'altro, da una mano all'altra. Ricostruisce così anche la storia romanzesca della sua famiglia. «Vagabondando» per anni tra l'Europa e il Giappone, attingendo a una quantità di materiali d'archivio, ma soprattutto rivivendo le vicende dei suoi antenati nei luoghi da loro abitati, osservandole con gli occhi dell'artista, de Waal ci regala un libro capace di restituire l'atmosfera di intere epoche, di sigillare intere vite dentro un racconto perfetto.
Natalia Aspesi, la Repubblica
«Raramente un libro ha conquistato a tal punto il pubblico amante dell’arte e della letteratura»
Livia Manera, Corriere della Sera
Un'elegante vetrina nella casa londinese di Edmund de Waal contiene 264 sculture giapponesi di avorio, o legno, non più grandi di una scatola di fiammiferi, raffiguranti divinità, personaggi di ogni tipo, animali, piante. La vetrina è aperta, e i piccoli figli di de Waal possono estrarre i netsuke - così si chiamano i minuscoli oggetti - e giocarci. Come facevano, ha scoperto l'autore, i piccoli figli di Viktor e Emmy von Ephrussi, suoi bisnonni, nel boudoir della madre, in un fastoso palazzo viennese della Ringstrasse, un secolo fa. Prima che Hitler entrasse in trionfo a Vienna e avessero inizio le persecuzioni e i saccheggi nelle case degli ebrei.Ebrei di Odessa erano appunto gli Ephrussi, commercianti di cereali e poi banchieri ricchi e famosi quanto i Rothschild, con ville e palazzi sparsi in tutta Europa. Quello di Vienna, dove i netsuke arrivano nel 1899 da Parigi - dono di nozze ai cugini di Charles Ephrussi, famoso collezionista, mecenate, storico dell'arte, amico di Renoir, Degas, Proust - conteneva tante e tali opere d'arte che i minuscoli oggetti sfuggirono all'attenzione dei razziatori nazisti. Come sopravviveranno alla guerra, e come finiranno a Tokyo, dove de Waal li vede per la prima volta a casa del prozio che glieli lascerà in eredità, sono solo due delle tante, emozionanti sorprese di questo libro che, apparso più di un anno fa, continua a incantare critici e lettori.Affascinato dall'eleganza, dalla precisione, dalle straordinarie qualità tattili delle sculture, l'autore, famoso artista della ceramica, decide di ricostruire la storia dei loro passaggi da una città all'altra, da un palazzo all'altro, da una mano all'altra. Ricostruisce così anche la storia romanzesca della sua famiglia. «Vagabondando» per anni tra l'Europa e il Giappone, attingendo a una quantità di materiali d'archivio, ma soprattutto rivivendo le vicende dei suoi antenati nei luoghi da loro abitati, osservandole con gli occhi dell'artista, de Waal ci regala un libro capace di restituire l'atmosfera di intere epoche, di sigillare intere vite dentro un racconto perfetto.
Dettagli libro
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Editore
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Lingua
Italiano -
Lingua originale
Inglese -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
397 -
Argomento
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Collana
Sull'autore
Edmund De Waal
Edmund de Waal è uno dei più importanti ceramisti al mondo e le sue porcellane sono ospitate nei maggiori musei. Il suo memoir, Un’eredità di avorio e ambra (Bollati Boringhieri 2011) è stato pubblicato in trenta lingue e ha vinto il Costa Biography Award e il RSL Ondaatje Prize, ed è stato finalista al Duff Cooper Prize, al Jewish Quarterly Wingate Prize, al PEN/Ackerley Prize, al Southbank Sky Arts Award for Literature, all’Orwell Prize e al BBC Samuel Johnson Prize. Abita a Londra con la sua famiglia.