Un giorno nella vita di Abed Salama Anatomia di una tragedia a Gerusalemme

Un giorno nella vita di Abed Salama

Anatomia di una tragedia a Gerusalemme

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Milad, cinque anni, è emozionatissimo: sulle spalle uno zaino più grande di lui con dentro la sua merendina preferita, non vede l’ora di salire sul pullman per la prima gita di classe della sua vita, destinazione un parco a nord di Gerusalemme. Quando Milad saluta la mamma ed esce sotto una pioggia battente, suo padre Abed sta ancora dormendo. La giornata che cambierà per sempre la vita di Abed Salama comincia qualche ora più tardi, su una strada bloccata, una delle poche su cui ai palestinesi è ancora concesso viaggiare, e la notizia di un incidente «con alto numero di vittime». Incalzato da un presagio, Abed raggiunge trafelato il luogo dell’impatto dove lo accoglie una bolgia infernale: un gigantesco tir rovesciato, uno scuolabus in fiamme, dei corpi a terra. Milad però non si trova. Inizia così per Abed una corsa angosciante in un labirinto fatto di ostacoli fisici, burocratici, emotivi, dovuti alla sua condizione di palestinese. E questo padre palestinese è dalla parte sbagliata del muro di separazione, i suoi documenti del colore sbagliato non gli consentono di superare i checkpoint dei militari, di entrare a Gerusalemme, di conoscere la sorte di suo figlio. La ricerca disperata di Abed incrocia il cammino di altre persone, con le loro storie che convergono, tutte, su quell’inferno: un’insegnante di asilo e un meccanico, un ufficiale israeliano e un funzionario palestinese, un colono paramedico, operatori sanitari ultraortodossi. Due madri, che sperano che il bambino ferito ma vivo sia il loro. Leggendo questo libro – preciso e caldo, appassionato e lucido – non ci troviamo in un’opera di finzione in cui gli eventi, le persone citate sono frutto della fantasia dell’autore, ma precipitiamo nel feroce quotidiano di chi vive nella terra più contesa del pianeta e, pur privato dei più elementari diritti, cerca di mantenere intatta la propria umanità. Ne usciremo più acutamente, e nuovamente, consapevoli.

«Le migliori pagine sulla Palestina che abbia mai letto». J.M. Coetzee"

Dettagli libro

Sull'autore

Nathan Thrall

NATHAN THRALL è un giornalista esperto di Medio Oriente che vive a Gerusalemme. Ha diretto per dieci anni l’Arab-Israeli Project nell’ambito dell’International Crisis Group, l’ong transnazionale che fornisce consulenza ai governi e agli organismi intergovernativi sulla prevenzione e risoluzione dei conflitti, e ha insegnato al Bard College. I suoi scritti sono comparsi su The London Review of Books, The Guardian, The New York Review of Books e The New York Times Magazine e sono stati tradotti in più lingue. È autore anche di The Only Language They Understand: Forcing Compromise in Israel and Palestine.

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