Due eventi «critici» hanno profondamente segnato la storia indiana: gli stupri di massa di donne in seguito alla Partizione del 1947 e il massacro di migliaia di sikh nel 1984 dopo l’assassinio del primo ministro Indira Gandhi. Questi episodi di violenza hanno lasciato un’impronta indelebile nelle comunità colpite, insinuandosi nella vita quotidiana delle persone, siano esse vittime o carnefici. Ma in che modo la violenza discende «nei recessi dell’ordinario»? Come diventa pratica giornaliera, abituale, locale? Sulla base di ricerche etnografiche condotte tra i poveri di Delhi, Veena Das interroga e insegue vite sconvolte e violate, attraversate da conflitti familiari, povertà e ingiustizia. In un continuo intreccio tra corpi sofferenti e teorie filosofiche, tra lutto e gioia infantile, Das offre un’interpretazione innovativa della violenza come fenomeno che ridefinisce la soggettività, il genere e il linguaggio, che è anche un’originale rielaborazione della filosofia di Wittgenstein e del suo concetto di «ordinario».
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Testo originale
Sì -
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Italiano -
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