Arte, storia ed esoterismo sono solo alcuni dei variegati ambiti del sapere entro cui il controverso pensiero di Julius Evola si destreggia. Evola fu però anzitutto un filosofo ed è in quanto tale che questo lavoro intende interrogarne criticamente la riflessione. Intrecciando istanze neoidealistiche e suggestioni “volontaristiche”, la prospettiva evoliana si configura come un estremo tentativo di «provare l’Io» oltre ogni sua semplice dimostrazione. Se da un lato ciò conduce ad una riconfigurazione del rapporto tra teoria e prassi tale che la prima tende a risolversi nella seconda, d’altro canto tale risoluzione rimane vincolata ad un criterio di certezza (Evola lo chiamerà «valore») che mina la stessa possibilità di una prova risolutivamente magica dell’Io. Può la prassi ricondurre a sé il criterio sulla base del quale viene postulata? È possibile soddisfare l’esigenza di una prassi senza riconfermare l’inquietudine che l’ha generata? Il presente lavoro rappresenta il tentativo di assumere una postura corretta dinanzi a tali quesiti, interrogando le premesse teoretiche che fondano l’intero orizzonte delle ramificazioni “extrafilosofiche” della riflessione evoliana.
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Yes -
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Italian -
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224 -
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About the author
Michele Ricciotti
Michele Ricciotti (Brescia, 1995) ha studiato presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, dove ha conseguito dapprima la laurea triennale in Filosofia e poi quella magistrale in Filosofia del Mondo Contemporaneo, entrambe sotto la supervisione del prof. Massimo Donà. Presso il medesimo ateneo, ha studiato, tra gli altri, con i professori Massimo Cacciari, Emanuele Severino, Vincenzo Vitiello. Nel corso dei suoi studi ha approfondito il pensiero italiano del Novecento, con particolare riferimento all’attualismo gentiliano e alle reazioni speculative da esso generate.