Perchè l'antropologia ci aiuta a fare politica (e a vivere meglio)

Perchè l'antropologia ci aiuta a fare politica (e a vivere meglio)

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C’è una cosa che l’antropologia, più di altre discipline, aiuta a rendere visibile: ben poco di quello che ci riguarda come esseri umani è naturale, cioè impresso come istinto, e deve piuttosto essere appreso dai nostri simili. In questo tempo straordinario dovuto alla pandemia da Covid-19 e alle conseguenze delle drastiche misure di contenimento sulle nostre vite individuali e collettive, l’antropologia ci consente di capire un po’ meglio proprio quei mutamenti che, volenti o nolenti, stiamo attraversando. Ma in che modo il sapere antropologico può esserci d’aiuto per una buona politica? Se fare politica è capire il contesto, per provare a mutarlo secondo un progetto, nella costruzione della sua risposta Piero Vereni mostra proprio la trasformazione culturale in atto: il doppio legame tra il distanziamento sociale e l’immunità di gregge, e tra libertà e sicurezza, nonché il mutamento dei ritmi rituali dello spazio e del tempo, e le stesse nozioni di socialità e razionalità.

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Sobre el autor

Pietro Vereni

Professore associato di Antropologia culturale all’Università Tor Vergata di Roma, insegna Urban & Global Rome nel campus romano del Trinity College di Hartford. Si è occupato di antropologia politica, antropologia dei media, antropologia urbana e antropologia religiosa. È convinto che l’antropologia culturale – come la psicologia – dovrebbe continuare ad essere uno spazio di ricerca empirica e teorica, ma allo stesso tempo aprirsi di più al lavoro terapeutico e di cura delle comunità. Dal 2019 dirige il LaPE – Laboratorio di Pratiche Etnografiche presso il PEF – Polo Ex Fienile di Tor Bella Monaca. Tra le sue ultime pubblicazioni ricordiamo: La ninfa e lo scoglio. Riflessioni sul senso dell’antropologia culturale (2018) e Il glocalismo di Tor Bella Monaca (2021).

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