Profondamente inserita nell’ambiente culturale dell’élite austriaca e tedesca della sua epoca, Helene von Druskowitz fu l’autrice di un’opera filosofica breve ma di straordinaria profondità intellettuale. Aveva uno stile provocatorio, modi sovversivi, si dichiarava socialista, fumava la pipa… In altri tempi l’avrebbero bruciata viva, ma alle soglie del Novecento, in un’epoca che si considerava moderna e civile, fu chiusa a vita in un manicomio. Era il 1891, aveva trentacinque anni. La sua malattia, dicevano le cartelle cliniche, era “misandria”, cioè detestava gli uomini. Vademecum per gli spiriti più liberi fu scritto durante la reclusione. Un testo di altissimo valore filosofico, che rivela una pensatrice assolutamente autonoma, che del tema della violenza fa non solo un motivo di ribellione ma di riflessione profonda e originalissima, vicina e insieme lontanissima a quella dell’amico- nemico Nietzsche.
Détails du livre
-
Éditeur
-
Texte original
Oui -
Langue
Italien -
Date de publication
-
Nombre de pages
60 -
Réviseur et traducteur
-
Collection
À propos de l'auteur
Helene Von Druskowitz
Nacque a Vienna nel 1856. Scrittrice, filosofa e critica musicale, fu la seconda donna a ottenere un dottorato in Filosofia a Zurigo. Si occupò anche di archeologia, orientalismo e linguistica. Morì in manicomio nel 1918, dopo ventisette anni di reclusione. Tra le sue opere apparse in Italia ricordiamo Una filosofa dal manicomio.