Hegel, l'imponente filosofo, snodo fondamentale del pensiero dell'Occidente, ha sempre suscitato le mie resistenze. Non tanto per un'ostilità, quanto perché il suo formidabile sistema si annunciava come la fine di un'epoca. Ma Hegel spariglia sempre le categorie in cui i suoi lettori intendono rinchiuderlo. Il suo pensiero non si offre con facilità, ma invita il lettore a confrontarsi non tanto con ciò che Hegel afferma, quanto con il percorso in base a cui Hegel arriva a dire ciò che dice. Questo è il metodo che il filosofo propone: confrontarsi con una verità che è generata, che si fa in una storia; il prima e il poi non costituiscono una semplice successione, ma un movimento di cui non dominiamo completamente l'origine e la legge. Intorno a questa idea di verità lavorano le pagine di questo libro, suscitate dalla commozione per lo stile hegeliano, in quanto esso non riposa sulla presunzione di un possesso cosciente di sé e della realtà, ma sul riconoscimento di una lacerazione e di un negativo come strutture dell'io. La lettura di Hegel è anch'essa presa in questo spiazzamento continuo, in questa storia non lineare: alterità all'opera nel pensiero, processo che si genera nello spazio di un probabilmente.
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Argomento
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Collana
Sull'autore
Gianfranco Dalmasso
Si è occupato del pensiero francese contemporaneo e ha introdotto l’opera di Derrida in Italia con le traduzioni di La voce e il fenomeno (Jaca Book) e Della grammatologia (Jaca Book) e la curatela di varie opere successive. Dai problemi del soggetto del discorso e della genesi del significato nel dibattito sul nichilismo, i suoi interessi si sono rivolti alla questione della struttura della razionalità in rapporto all’etica nel pensiero greco ed agostiniano e, più recentemente, in Hegel. È stato professore di Filosofia all’Università di Bergamo ed è presidente onorario della Società Italiana di Filosofia Teoretica.