Bocchan: così si chiama in giapponese questo celebre romanzo di Natsume Soseki, che costituisce forse lopera più letta nel Giappone moderno. Bocchan è il nome affettuoso che si usa in Giappone per rivolgersi a un bambino maschio. Le domestiche, ad esempio, chiamano bocchan il bambino della famiglia presso cui prestano servizio. È un nome che potrebbe perfettamente corrispondere al nostro «signorino», se non fosse molto meno formale e deferente e, soprattutto, se non assumesse una sfumatura negativa, quasi offensiva quando, usato ironicamente, prende il significato di ragazzino immaturo, irresponsabile, ingenuo. Il personaggio, che è allopera in queste pagine, è inguaribilmente, irrimediabilmente bocchan, un «signorino» nella duplice accezione del termine giapponese. In età infantile, disprezzato dal padre e ignorato dalla madre che gli preferisce il fratello più grande, viene chiamato affettuosamente bocchan da Kiyo, la domestica di casa, una donna allantica che considera il legame con lui alla stregua di quello che univa servitore e padrone in epoca feudale. Diventato adulto, resta un «signorino» dallaria svagata, dalla sfrontata mancanza di rispetto per letichetta, dalla disarmante sincerità. Insegna matematica, in una scuola della provincia giapponese, ad allievi chiassosi e zucconi e in mezzo a insegnanti che non sono altro che un branco di caproni arroganti, disonesti e ipocriti. Dovrebbe rassegnarsi e capire che lipocrisia sta diventando norma nel Giappone moderno, ma non cessa un solo istante di difendere con irruenza, inpulsività e commovente ingenuità lantico senso dellonore. Considerato da molti il capolavoro di Natsume Soseki, Il signorino fu scritto di getto a partire da una marea di appunti presi in mesi di studio e riflessione. Iniziato il 17 marzo 1906, giorno in cui Natsume Soseki scrisse 109 pagine senza mai apportare una correzione, il romanzo è forse lopera piú autobiografica di Soseki, quella in cui lautore giapponese esprime piú che altrove la sua estraneità alle norme sociali, lamore-odio per la cultura occidentale, il suo sguardo perso tra lironico e il malinconico. Ritratto di un giovane eroe ribelle inusuale nella letteratura del Sol Levante, Il signorino è il romanzo più amato dalla gioventù giapponese, oggetto di un culto comparabile in qualche modo a quello che in Occidente è riservato al Giovane Holden.
«Bocchan, romanzo scanzonato, divertente, ironico, che prende di mira l'ambiente scolastico di provincia nelle sue piccinerie e meschinità». Angelo Z. Gatti, la Stampa
«Il sottile crinale che separa il Giappone-Giappone dal Giappone-Japan, il Giappone tradizionale da quello occidentalizzato, sta nella penna, anzi nel pennello di Natsume Soseki». Daniele Abbiati, Il Giornale
«Il signorino sembra stia alla cultura giapponese come Il giovane Holden sta alla nostra: un cult». Maria Serena Palieri, L'Unità
«Un libro incantevole, pieno di malinconiche tenerezze ma anche di trovate umoristiche, di osservazioni fulminanti che non risparmiano proprio nessuno». Marisa Poletti Scurati, Il Cittadino
«Bocchan. È questo il titolo originale del romanzo di Soseki, un classico ormai di culto del più importante autore del Giappone moderno». Paola Babich, IntimitàDettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Lingua originale
Giapponese -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
143 -
Traduttore
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Argomento
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Collana
Sull'autore
Natsume Soseki
Natsume Soseki viene unanimemente considerato come il più grande scrittore del Giappone moderno, maestro riconosciuto di Tanizaki, Kawabata e Mishima. Pseudonimo di Natsume Kinnosuke, Natsume Soseki nacque nel 1867 a Edo da un samurai di basso rango, ultimo di sei figli. Nel 1905 pubblicò il suo primo libro: Io sono un gatto (Neri Pozza 2006). Seguirono Bocchan (Il signorino, Neri Pozza 2007) nel 1906 e Sanshiro nel 1908. Morì nel 1916 a 49 anni. Tra le sue opere ricordiamo Il viandante, Erba lungo la via e i romanzi apparsi in Italia sempre nelle edizioni Neri Pozza: Guanciale d’erba, Il cuore delle cose, E poi, La porta.